Hanno preferito il silenzio. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere l’ex dirigente del Dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria (andato in pensione nel 2016) Pasquale Anastasi e l’imprenditore Domenico Galati, entrambi coinvolti nell’inchiesta “Olimpo”. Accompagnato il primo dai legali Francesco Gambardella e Maria Teresa Larobina, ha scelto di non difendersi dall’accusa di traffico di influenze illecite in concorso con Vincenzo Calafati. Secondo la Dda si sarebbe fatto “promettere indebitamente dal secondo, quale responsabile tour operator “Tui” per la Calabria e referente della ‘ndrangheta del vibonese per lo specifico affare, ingenti somme di denaro da elargirsi a mezzo “consulenza” prestata in favore del Tour Operator e della direzione del Tui Magic Life di Pizzo, quale prezzo per la sua opera di mediazione illecita nei confronti dei vari apparati regionali finalizzata alla predisposizione, pubblicazione e successiva selezione dei vincitori delle procedure di evidenza pubblica già avviate e/o da bandire.
Il silenzio degli indagati
Il silenzio degli indagati
Assistito dal legale Antonio Galati, anche Domenico Galati, indagato per corruzione nell’esercizio della sua funzione, in concorso con il Rodolfo Bova, capo struttura del dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Il secondo avrebbe ricevuto dal primo cinquemila euro per favorire le sue aziende e gli aspiranti fruitori degli incentivi di sostegno delle società di transfer riconducibili allo stesso imprenditore. In mattinata si è svolto l’interrogatorio di garanzia dell’imprenditore Emanuele Stillitani che si è difeso dalle accuse (LEGGI), mentre è slittato, a data da destinarsi, quello del fratello Francescantonio, ex assessore regionale, per motivi di salute. (g.p.)
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