Olimpo, l’ombra della corruzione alla Regione Calabria: mazzetta per favorire un imprenditore

Cinquemila euro per favorire la crescita di un'azienda di trasporti: l'accusa della Dda di Catanzaro al capo struttura del dipartimento regionale al Turismo
vigilanza Cittadella

di Gabriella Passariello- Un favore a tre zeri per l’espansione nel settore dei trasporti, che vede coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro “Olimpo” un dirigente regionale e un imprenditore, sotto inchiesta per corruzione nell’esercizio della funzione. Da un lato Rodolfo Bova, capo struttura del dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria e dall’altro Domenico Galati. Il primo avrebbe ricevuto dal secondo cinquemila euro per favorire le sue aziende e gli aspiranti fruitori degli incentivi di sostegno delle società di transfer riconducibili allo stesso imprenditore. Le indagini partono a marzo 2018, epoca in cui Galati entra anche nella vicenda del Tui Magie Life di Pizzo, grazie alla mediazione del dirigente. L l’imprenditore conferma, interloquendo con una donna, di aver pagato Bova, senza fare riferimento alla causale, invitandola a non interferire nell’operazione: “lo chiamo io, tu non c’entri un cazzo… non iniziare a rompere i coglioni a Bova adesso…”. Nella conversazione del 14 maggio 2018, quest’ultimo riferisce a Galati di aver ricevuto rassicurazioni da una terza persona sulla operazione: “mi ha detto considerala fatta! Stai tranquillo!”.

Il dirigente, l’imprenditore e i servizi di transfert

Il dirigente, l’imprenditore e i servizi di transfert

Successivamente, gli investigatori, accertano la spendita da parte di Bova del proprio ruolo istituzionale nei confronti di Vincenzo Calafati, affinché a Galati venissero attribuiti i servizi di transfert relativi al villaggio Tui Magie Life di Pizzo e  in una conversazione Bova invita espressamente Calafati a coinvolgere Galati, ritenendolo molto vicino al mondo politico, mentre in un altro dialogo con il dirigente regionale Pasquale Anastasi, parla di un soggetto a cui dare lavoro: “oggi è venuto Enzo Calafati… gli ho detto fallo lavorare a questo”. In un colloquio del 27 gennaio 2019, Galati colloquia con Anastasi dei dettagli del servizio da rendere, rimettendo a Calafati la risoluzione dei possibili conflitti con altra società di trasporti interessata all’affare Tui, di cui fa nome e cognome: “Enzo mio, io con questa altra società mi posso pure incontrare ma…m’incontro io…questi pullman ho, s’è possibile però io non è che voglio litigare con questa società” e il dirigente Anastasi insiste: “bisogna vedere quant’è il movimento … dei pullman!?  Lui lo sa, io non ho i numeri capisci?. Bova, nel corso di un’altra conversazione, si lamenta  del fatto che Galati non avesse ancora avuto il lavoro e compulsa Calafati ricordandogli di “stargli dietro per quella cosa di Domenico dei pullman”, ricevendo rassicurazioni dall’imprenditore il quale si riservava di parlarne anche con Anastasi.

Le ingerenze degli Accorinti sul turismo

L’attività di indagine documenta come ad ostacolare il coinvolgimento di Galati sia stata proprio l’investitura di un’altra società, quale impresa incaricata da Calafati dei transfert da e per il villaggio turistico di Pizzo sulla scorta delle ingerenze su di questo esercitate dagli Accorinti, circostanza che emerge chiaramente dalla conversazione captata il 15 maggio 2019 “…Domenico non ti posso dare lavoro, perchè ce l’ha questo, perchè…non te ne posso dare lavoro. Ma non doveva manco dirmelo mo, me lo doveva dire quattro mesi fa, cinque mesi fa …”. Per il gip distrettuale Chiara Esposito, che ha vergato l’ordinanza sussiste l’ipotesi di corruzione per l’esercizio della funzione e la condotta di stabile e continuo asservimento, protrattosi per un consistente lasso di tempo, “da parte di Bova, capo struttura del dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria, delle prerogative proprie dell’incarico dirigenziale da lui rivestito, agli interessi dell’imprenditore Galati, individuato come persona raccomandata dall’allora Presidente della Regione e comunque vicino ad esponenti politici, a fronte della dazione di una somma di denaro di 5mila euro”.

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