Olimpo, mazzetta per favorire imprenditore? Bova respinge l’accusa di corruzione: “Mai preso soldi”

L'ex capostruttura del Dipartimento regionale al Turismo finito ai domiciliari parla per un'ora davanti al gip di Catanzaro nell'interrogatorio di garanzia
società lametino

Un’ora davanti al gip di Catanzaro Chiara Esposito per respingere l’accusa di corruzione, chiarire la sua posizione e spiegare il suo ruolo all’interno della Regione Calabria. Interrogatorio di garanzia per Rodolfo Bova, 56 anni di Bagnara Calabria, finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta denominata “Olimpo” , coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e condotta sul campo dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia. Assistito dall’avvocato Michele Gigliotti, l’ex capostruttura del Dipartimento Turismo della Regione Calabria, ha risposto a tutte le domande precisando il tipo di rapporto che intratteneva con l’imprenditore Domenico Galati dal quale – secondo l’accusa – avrebbe ricevuto cinquemila euro per favorire le sue aziende e gli aspiranti fruitori degli incentivi di sostegno delle società di transfer riconducibili allo stesso imprenditore. Ad inguaiare i due una conversazione di Galati con una donna non meglio identificata.

La difesa di Bova

La difesa di Bova

“Non ho preso soldi” ha ribadito nella sostanza Rodolfo Bova respingendo al mittente l’accusa di corruzione e argomentando anche il motivo per il quale tutto ciò e a suo giudizio “inimmaginabile”. Contestato anche il tenore della conversazione intercettata dagli inquirenti suscettibile – ad avviso dell’indagato – di interpretazioni soggettive. Bova ha anche specificato di non essere più capostruttura del Dipartimento regionale al Turismo da tre anni e di svolgere ormai un altro incarico. Evidenziato un ulteriore particolare non secondario: nel ruolo precedentemente rivestito alla Regione Calabria non aveva potere decisionale e neanche potere di firma ma si sarebbe limitato a riferire quanto accadeva all’allora direttore generale del Dipartimento. Quanto basta per dichiararsi totalmente estraneo alle contestazioni per le quali il gip ha adottato nei suoi confronti la misura della custodia cautelare ai domiciliari. L’avvocato Michele Gigliotti ha chiesto quindi la revoca del provvedimento con rimessa in libertà del suo assistito. (mi.fa.) 

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