Uno dei consiglieri regionali uscenti del gruppo “Democratici e progressisti”, Giuseppe Aieta, rompe con Mario Oliverio e annuncia che sarà candidato col Pd a sostegno di Amalia Bruni. Un altro, Antonio Billari, è in mezzo al guado e sta valutando il da farsi. Entrambi erano dati fino a pochi giorni fa come pronti a candidarsi al fianco dell’ex governatore che, dunque, appare indebolito nei numeri ma reagisce con veemenza.
In un mese cambia tutto
In un mese cambia tutto
Poco più di un mese fa Aieta annunciava così la sua partecipazione alla presentazione del libro-biografia del suo ex mentore: “In queste pagine c’è anche la mia piccola storia politica che si è dipanata dal 2004 fino al 2019 al fianco di Mario Oliverio, prima alla Provincia e poi alla Regione. Una stagione importante piena di realizzazioni e di soddisfazioni. Una stagione lunga che a pieno titolo posso raccontare per i ruoli svolti insieme al presidente Oliverio: dal 2004 al 2011 presidente della commissione bilancio del consiglio provinciale; dal 2011 al 2014 assessore provinciale all’ambiente; dal 2015 al 2019 presidente della commissione bilancio e programmazione del consiglio regionale. Conosco ogni atto di questa lunga stagione su cui troppo superficialmente si è sorvolato. Sarà un’occasione per ricominciare a discutere di politica insieme ai Sindaci, agli amministratori, ai cittadini. Sarà un’occasione gradita per riabbracciare il Presidente Oliverio per il quale conservo immutata stima e profondissimo affetto”.
La caccia al candidato
Sembra passato un secolo ma era il 12 luglio scorso. Adesso invece Aieta commenta la sua scelta con hashtag come #visione e locuzioni come “le ragioni della politica”, ricevendo ringraziamenti pubblici da Francesco Boccia (“non esistono terze vie”), mentre Oliverio parla di “caccia al candidato” e aggiunge che “l’unica preoccupazione che condiziona le scelte è quella della collocazione dei singoli e più precisamente delle garanzie da dare ad un gruppo precostituito di candidati di venire eletti in consiglio regionale”.
L’assalto alla diligenza
Chi guida il Pd, ovvero il suo partito (evidentemente ancora per poco), secondo l’ex presidente pensa “erroneamente di affrontare i nodi politici con prove muscolari”, ma “la verità è che i problemi reali della Calabria sono tenuti fuori dalla discussione”. Manca insomma “un progetto politico” e si “alimenta un clima di vero e proprio mercimonio e di assalto alla diligenza”.
“Resto in campo”
Una situazione che secondo Oliverio «rischia di esplicitarsi in un nuovo disastro elettorale» e che «contribuirà a rendere più drammatiche le questioni politiche finora non affrontate per responsabilità e complicità che hanno nomi e cognomi». Lui però non demorde: «Il nostro impegno interpreta il sentire diffuso del popolo del centrosinistra ed ha il solo scopo di rompere la gabbia che impedisce la partecipazione ed il protagonismo delle tante energie oggi compresse e mortificate. Sono esclusivamente queste le ragioni per cui noi siamo e continueremo ad essere in campo».
s. p.