“Che la Calabria abbia fondamentalmente due settori economici rilevanti da coltivare sempre più e da difendere , è una felice realtà. Essi sono l’Agricoltura ed il Turismo. Dico felice poiché per creare reddito , qui da noi , non è necessario alterare la natura ma solo assecondarla e curarla senza l’ ingombrante presenza di grandi siti industriali spesso inquinanti se non addirittura nocivi . L’unico dovere della politica tutta è preservare e “coltivare” quello che il destino ci ha donato ovvero 800 chilometri di costa , terreni coltivabili , colline e montagne rigogliose , profonde tradizioni .
Ma si sa ,molte volte non si apprezza quello che si ha ed in passato molti errori sono stati commessi.
Ma si sa ,molte volte non si apprezza quello che si ha ed in passato molti errori sono stati commessi.
Questa premessa è per introdurre l’ultima minaccia abbattutasi sulle produzioni agricole italiane ovvero la CIMICE ASIATICA (halyomorpha halys) .
Le prime segnalazioni della sua presenza nelle nostre campagne risalgono al 2014 e si pensa che sia arrivata dall’oriente su bancali , cassette e scatoloni infestati.
E’ un insetto vorace e aggressivo che si riproduce velocemente e attacca qualsiasi pianta , il tessuto dei frutti in formazione viene interamente succhiato causandone la deformazione e la marcescenza .
Nessun trattamento chimico testato sino ad oggi ha dato risultati positivi , esiste però un’antagonista naturale da poter introdurre nelle nostre campagne , la VESPA SAMURAI .
Ma l’iter autorizzativo per l’importazione di quest’ultima e la valutazione del suo impatto nel contesto della biodiversità italiana , sono parametri che richiedono tempi lunghi.
L’unica vera possibilità di difesa al momento , ma onerosa , consiste nella protezione delle produzioni agricole con RETI anti-grandine o meglio anti-insetto.
E di qualche giorno fa il tavolo istituzionale dedicato al problema cimice asiatica , con gli assessori regionali e il ministro Bellanova per la creazione di un fondo nazionale straordinario come fu fatto in passato per la XYLELLA.
In effetti i danni economici causati dalla cimice sono paragonabili a quelli della xylella ed in previsione delle prossime produzioni stagionali di mele e kiwi si temono oneri ben piu ingenti per regioni quali l’Emilia Romagna che ha quest’anno raccolto un 50% in meno di PERE con una perdita equivalente a circa 120 milioni di euro ed il Veneto con una perdita subita dalle vendite delle PESCHE per circa 230 milioni di euro .
Quest’estate sono state trovate circa una sessantina di piante infette in Puglia e quindi una regione a noi molto vicina ! Dunque sarebbe il caso di fare opera di prevenzione e di attento monitoraggio in Calabria.
Si stanno già sistemando nelle campagne le trappole a ferormoni capaci di trattenere se presenti questi nuovi insetti dannosi ? Nell’eventualità fosse rilevata la loro presenza è già disponibile un fondo regionale per aiutare i produttori a mettere in campo le difese opportune ?
Condivido le parole del ministro Bellanova quando dichiara che non si tratta di un problema di una regione ma bensì di un problema nazionale ed europeo : Sì , perchè quello che coltiviamo , da noi , va poi sui mercati di tutto il mondo.
Ed allora chi deve e può intervenire lo faccia . Difendiamo la nostra economia , il nostro made in Italy , la nostra dieta mediterranea”.
Lo ha affermato Innocenza Giannuzzi, presidente Agricoop e Blu Calabria.