Non avrebbe disposto 232 ordinanze di quarantena per come era stato richiesto dall’Azienda sanitaria provinciale favorendo l’aumento dei contagi a Sant’Onofrio. E’ l’ipotesi accusatoria per la quale la Procura di Vibo ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco Onofrio Maragò, 54 anni. Il reato contestato dal procuratore Camillo Falvo e dal sostituto Filomena Aliberti, firmatari del provvedimento, è rifiuto di atti.
Le “omissioni” dell’ex sindaco
Le “omissioni” dell’ex sindaco
Secondo quanto si legge nel capo di imputazione Maragò “con plurime condotte esecutive del medesimo disegno criminoso e in violazione della stessa disposizione di legge, in qualità di pubblico ufficiale, nella sua veste di sindaco pro tempore del Comune di Sant’Onofrio, nello svolgimento delle sue funzioni, indebitamente rifiutava un atto del suo ufficio che, per ragioni di sanità, doveva essere compiuto senza ritardo”. I fatti risalirebbero al periodo compreso tra il marzo del 2020 e il febbraio del 2021, in piena emergenza Pandemia. In particolare, secondo la Procura di Vibo, l’ex sindaco di Sant’Onofrio, avrebbe omesso “di emanare 232 ordinanze di quarantena nei confronti di altrettanti soggetti a seguito di proposte dell’Asp di Vibo Valentia”.