Avrebbero attestato di non essere incompatibili con la carica di consiglieri comunali. Sono cinque gli indagati dalla Procura di Lamezia Terme con l’accusa di falsità ideologica. Si tratta di Ruggero Pegna, Giancarlo Nicotera, Pietro Gallo, Maria Grandinetti e Alessandra Lucia Cittadino membri dell’assise consiliare lametina, accusati di aver autocertificato al momento della loro proclamazione, il 19 dicembre 2019, l’insussistenza di cause di incompatibilità e ineleggibilità. Nell’avviso di conclusione indagini notificato loro dalla Guardia di Finanza nelle scorse ore viene contestato l’aver omesso dei debiti pendenti con il Comune di Lamezia Terme.
I debiti degli ex consiglieri
I debiti degli ex consiglieri
Nel dettaglio le somme che non erano state versate nelle casse comunali dagli indagati riguardano: per Ruggero Pegna cartelle esattoriali per 3.333 euro e Tari per 286 euro; per Nicotera Tari per un totale di 16.654 euro; per Gallo cartelle esattoriali liquidate poi nel 2020 e riguardanti il mancato pagamento della Tari per importi pari a 392 euro e 486 euro, per Cittadino invece i carichi riguardano due Tari rate saldate nel 2020 da 74 e 38 euro; per Grandinetti sono quattro le cartelle esattoriali per il mancato pagamento di multe da 134 euro, 49 euro, 100 euro e 120 euro. Il sostituto procuratore di Lamezia Terme Marta Agostino intende così far luce sull’effettiva legittimità della carica ricoperta dagli indagati fino al dicembre del 2020 quando il Consiglio comunale di Lamezia Terme è stato sciolto per brogli elettorali in quattro sezioni. Approfondimenti scaturiti dalla denuncia di Vincenzino Ruberto, primo dei non eletti in Consiglio comunale in quota Udc il quale aveva ricevuto messaggi intimidatori nel momento in cui le presunte incompatibilità di alcuni consiglieri dovevano essere discusse in Consiglio comunale.