Omicidio Belsito nel Vibonese, chiesta la condanna all’ergastolo per tre imputati

Ferito a colpi di arma da fuoco, mentre si trovava in un bar di Pizzo, il 34enne Domenico Belsito morì due settimane dopo all'Ospedale di Vibo Valentia

Ferito a colpi di arma da fuoco la sera del 18 marzo 2004, mentre si trovava in un noto bar di Pizzo, il 34enne Domenico Belsito morì due settimane dopo all’Ospedale di Vibo Valentia. A sparare fu – secondo l’accusa – Francesco Scrugli, ucciso a Vibo nel 2012. Un omicidio che per la Dda di Catanzaro sarebbe maturato per dinamiche interne ai clan, impegnati in una lotta fraticida interna alla famiglia di ‘ndrangheta dei Bonavota di Sant’Onofrio per meglio definire la spartizione dei territori di competenza. Sul delitto aleggia il sospetto della pista passionale in quanto Belsito era considerato reo di avere intrattenuto una relazione extraconiugale con la sorella di un affiliato alla sua stessa ‘ndrina.

La richiesta della Dda: tre ergastoli

La richiesta della Dda: tre ergastoli

Il pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, ha ieri chiesto la condanna all’ergastolo per tre dei quattro imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato: Pasquale Bonavota 47 anni, Nicola Bonavota 45 anni e Francesco Fortuna 41 anni, tutti di Sant’Onofrio. Per il quarto, il pentito Andrea Mantella, è stata richiesta una pena pari a 7 anni e 2 mesi di reclusione. Oltre all’omicidio gli imputati sono accusati di lesioni personali aggravate per il ferimento del cognato di Mantella, il 66enne Antonio Franzè, a Vibo. A processo con rito ordinario, Salvatore Mantella ritenuto mandante dell’eccidio e cugino del collaboratore di giustizia che avrebbe partecipato materialmente al delitto.

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