Omicidio Bergamini, in aula la promessa sposa del calciatore ucciso: “Disse che c’era qualcuno che gli voleva male”

In aula la donna che avrebbe dovuto sposare il calciatore ucciso: "Mi raccontava che Isabella non lo lasciava vivere, lo soffocava"

di Maria Teresa Improta – Roberta Alleati non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio di Denis Bergamini. Le aveva chiesto di sposarlo durante l’estate e stava progettando il suo rientro al Nord così da poter vivere insieme. La frase che le disse nella loro ultima telefonata prima di essere ritrovato cadavere sulla statale 106 nel novembre del 1989 la indusse a scrivere una lunga lettera ai familiari del calciatore del Cosenza originario di Argenta, in provincia di Ferrara. “C’è qualcuno che mi vuole male”. Queste le parole che avrebbe pronunciato Bergamini chiacchierando con la fidanzata. A raccontarlo questa mattina innanzi al collegio giudicante della Corte di Assise di Cosenza, presieduto da Paola Lucente con a latere il giudice Marco Bilotta, è la stessa Roberta Alleati promessa sposa del compianto centrocampista. La donna in aula, dove era presente anche l’imputata Isabella Internò accusata di omicidio volontario pruriaggravato, ha risposto alle domande del pm della Procura di Castrovillari Luca Primicerio ricostruendo gli ultimi mesi della vita del calciatore.

“Isabella non lo faceva vivere, lo soffocava”

“Isabella non lo faceva vivere, lo soffocava”

“Donato – racconta la sua ex fidanzata Roberta Alleati – era un ragazzo gioviale, solare, dolcissimo, non era mai triste. Una persona a modo, educata, con la quale si stava bene in compagnia. Non beveva, non fumava, non usava droghe, ci teneva ad essere professionale. Abbiamo avuto una prima relazione durata circa cinque mesi nel 1983, quando io avevo 17 anni. La nostra storia era stata ostacolata dalla dirigenza del Russi, la società per la quale lavorava, la squadra del mio paese, che non voleva che lui si distraesse e allora decidemmo di lasciarci. Ci vedevamo da amici quando veniva a fare gli allenamenti, poi è partito per Cosenza e non ci siamo più incontrati. Dopo anni, nel maggio 1989 ci siamo incrociati per strada per caso e poi lui è venuto a Russi a cercarmi. Abbiamo iniziato a frequentarci lui era tornato perché aveva avuto un infortunio, uscivamo, mangiavamo insieme fuori, facevamo passeggiate per il paese, ma nessuno sapeva che eravamo una coppia. La storia è rimasta segreta. Mi raccontò che aveva avuto questa fidanzata a Cosenza della quale si era disinnamorato perché era pressante, ossessivamente gelosa, in sintesi si trattava di una storia che si era chiusa per sfinimento. Diceva che anche se non stavano insieme se la trovava sempre davanti, a casa di amici o in giro, insomma lo stalkerizzava. Ripeteva che lei non lo lasciava vivere, lo soffocava. Non aveva libertà di muoversi perché lei appariva sempre all’improvviso con una scusa. Telefonava finanche alle mogli degli altri calciatori per chiedere informazioni su Denis, si appostava sotto casa sua”.

“Denis era il mio primo grande amore”

“La situazione era fastidiosa per lui che però – afferma Alleati – sperava che questo comportamento andasse scemando. Diceva che in quel periodo riusciva a respirare solo quando tornava in Emilia Romagna. Mi parlava dei contratti che gli avevano proposto in serie A e serie B, la Fiorentina e il Parma. La sua intenzione era di andare a lavorare con il Parma Calcio che era la squadra che più lo avvicinava a casa e così potevamo meglio organizzare il nostro futuro. Sarebbe restato ancora un anno a Cosenza perché era legato alla squadra che lo aveva fatto crescere, per lui rappresentava un segno di riconoscenza, ma diceva che al prossimo campionato sarebbe tornato. Nel corso dell’estata mi chiese di sposarlo e ovviamente io accettai, era il mio primo grande amore. Non sono mai venuta a Cosenza. Avevo pianificato un viaggio nel settembre 1989 però lavoravo per il 118 e non ero riuscita a partire, l’idea era di venire a Cosenza a festeggiare il compleanno il 5 dicembre. Il fatto di tenere segreta la nostra storia era per evitare di avere pressioni, visti i problemi che avevamo avuto nel 1983. Ho visto Donato per l’ultima volta a fine agosto prima che partisse per il ritiro. Era sereno, come al solito. Nulla mi fece pensare che c’era qualcosa che non andava. Sapevo che doveva cambiare l’auto e che comprò una Maserati (LEGGI QUI), ci sentivamo spesso, non tutti i giorni, ma di certo più volte a settimana”.

L’ultima telefonata: “Disse che c’era qualcuno che gli voleva male”

“Nella lettera che scrissi dopo la morte di Denis ai suoi genitori (CLICCA QUI PER IL TESTO INTEGRALE) faccio riferimento alla nostra ultima telefonata, due giorni prima dell’omicidio. Rientrato a Cosenza dopo la partita con il Monza del 12 novembre mi chiamò ed era tranquillo e pacato, mi disse che Isabella lo aveva cercato ancora però non gli diedi peso. Il 16 novembre invece quando mi chiamò era inizialmente turbato, mi disse che c’era qualcuno che gli voleva male, ma pensava di riuscire a risolvere il problema. Ad un certo punto della conversazione disse che non aveva voglia di parlarne, chiacchierammo ancora un po’ e al termine della telefonata sembrava sereno. Appresi che era morto tre giorni dopo quando diedero la notizia al telegiornale. Il 24 novembre scrissi la lettera ai suoi genitori che mi contattarono e chiesero se fossi disponibile ad essere interrogata per riferire quello che avevo scritto. Ero disperata. Non accettavo l’ipotesi del suicidio, era una versione era assurda, lui aveva una gran voglia di vivere, avevamo progetti insieme, neanche la sua famiglia era convinta che lui si fosse tolto la vita”.

Il calciatore che ebbe un incontro occasionale con Isabella

Tra i teste escussi oggi in Corte d’Assise a Cosenza anche l’ex calciatore della Salernitana Carmine Della Pietra il quale ebbe un rapporto occasionale con Isabella Internò nelle settimane successive alla morte di Bergamini. “Ho conosciuto Isabella – ha spiegato Della Pietra – ad una cena dal collega Lucchetti. Mi fu presentata come un’amica della moglie che era venuta aSalerno per svagare un po’, non mi dissero però che  problema avesse. Solo dopo tre mesi leggendo un articolo sul Corriere dello Sport ho scoperto che era l’ex di Bergamini perché c’era la sua foto pubblicato. Durante la cena avevo bevuto del vino, abitavo a 50 chilometri dindistanza, quindi mi sono fermato a dormire da loro, ho trascorso la notte con Isabella e abbiamo avuto un rapporto sessuale. Nei giorni successivi ci siamo visti al campo dove veniva con la moglie e la bambina di Lucchetti, ma non ci siamo mai neanche più baciati. Non mi ha confidato nulla, mi sembrava una ragazza normale. Se avessi saputo che era l’ex di Bergamini non mi sarei mai approcciato a lei”. 

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