Omicidio Bergamini, la sorella depone in aula: “È stato doloroso”

"Oltre al dolore per la perdita di mio fratello, ce n'è un altro altrettanto grande a causa di un magistrato che non ha voluto accertare la verità"

“Quando fui convocata in Procura, a Castrovillari, il procuratore Abate mi chiese se fossi a conoscenza del motivo per il quale Denis si fosse suicidato. La mia risposta fu netta: ‘mio fratello non si è suicidato”. Lo ha detto Donata Bergamini, sorella di Donato, deponendo come teste nel processo in Corte d’assise a Cosenza (presidente Paola Lucente) a carico di Isabella Internò, imputata di concorso in omicidio volontario per la morte del calciatore del Cosenza, avvenuta nel novembre del 1989 lungo la statale 106 ionica, all’altezza di Roseto Capo Spulico. La morte di Bergamini, che era originario di Argenta, nel Ferrarese ed il corpo del quale fu trovato sotto un camion, fu attribuita in un primo tempo dalla Procura della Repubblica di Castrovillari a suicidio. Dalle indagini disposte a distanza di anni dalla stessa Procura di Castrovillari, diretta all’epoca da Eugenio Facciolla, è emerso che in realtà Bergamini sarebbe stato ucciso ed il suo corpo sarebbe stato fatto trovare sotto un camion per inscenare un suicidio.

“Dopo 34 anni ancora qui alla ricerca della verità”

“Dopo 34 anni ancora qui alla ricerca della verità”

“È stato doloroso”, ha detto Donata Bergamini, parlando con i giornalisti a conclusione dell’udienza. “Devo dire – ha aggiunto – che, oltre al dolore per la perdita di mio fratello, ce n’è un altro altrettanto grande a causa di un magistrato che non ha voluto accertare la verità”. Secondo l’avvocato Fabio Anselmo, difensore di parte civile nel processo per la famiglia Bergamini, “dalla testimonianza di Donata Bergamini è emerso chiaramente che la tesi del suicidio ostinatamente sostenuta dal procuratore Abate a dispetto di tutte le evidenze processuali si sposa con le carenze investigative che sono emerse. Facendo sì che dopo 34 anni siamo ancora qui alla ricerca della verità sulla morte di Donato. Un processo iniziato a distanza di 28 anni dopo difficoltà enormi superate soltanto negli ultimi anni dalla Procura di Castrovillari. Un lavoro sul piano giudiziario nei confronti del quale mi sento di esprimere gratitudine profonda perché ha riscattato le mancanze evidenti di coloro che si occuparono delle prime indagini”. L’esame di Donata Bergamini proseguirà il prossimo 31 marzo, mentre il controesame della difesa è stato fissato per il 4 aprile. In aula, questa mattina, è stata anche aperta la scatola con alcuni effetti personali di Denis che sono stati mostrati a Donata.

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