di Gabriella Passariello- Ha chiesto di lasciare inalterata la sentenza di primo grado, il pm della Dda Paolo Sirleo, in veste di pg, per mandanti ed esecutori dell’omicidio consumato e tentato di Rocco Castiglione e del fratello Raffaele, coinvolti nell’inchiesta “Trigarium”, che ha inferto un duro colpo alla cosca Bagnato di Roccabernarda. Il magistrato ha invocato il carcere a vita per Antonio Bagnato, Antonio Marrazzo e Antonio Cianflone, chiedendo la conferma a 30 anni di reclusione per Michele Marrazzo e a 12 anni per il collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta. Si ritornerà in aula dinnanzi la Corte di assise appello di Catanzaro il prossimo 18 aprile.
L’omicidio e il tentato omicidio
L’omicidio e il tentato omicidio
L’indagine “Trigarium”, che ha portato il 30 luglio 2018, la Compagnia dei carabinieri di Petilia Policastro all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip distrettuale su richiesta della Dda di Catanzaro, diretta dal procuratore capo Nicola Gratteri, è scattata in seguito al tentato omicidio di Raffaele Castiglione e all’omicidio del fratello Rocco, avvenuti il 31 maggio 2014. Entrambi si trovavano nelle campagne di Roccabernarda a bordo di un fuoristrada, quando i killer hanno iniziato a sparare. Raffaele riuscì a scappare e a chiedere aiuto ai Carabinieri, per Rocco Castiglione invece, freddato da colpi di fucile caricato a pallettoni, non ci fu nulla da fare. Un delitto, che secondo la Dda di Catanzaro, avrebbe segnato il passaggio di consegne su Roccabernarda dagli stessi Castiglione alla famiglia Bagnato. Dell’omicidio e del tentato omicidio sono imputati in qualità di mandante e ideatore dell’agguato il boss Antonio Santo Bagnato, mentre gli esecutori, ciascuno con un ruolo determinato, sarebbero riconducibili ad Antonio Marrazzo, Antonio Cianflone, Domenico Iaquinta e Michele Marrazzo.