A tre anni di distanza la Procura della Repubblica di Cosenza e la Polizia di Stato hanno fatto chiarezza su un caso di cronaca che aveva destato grande sensazione. Alle prime luci dell’alba la squadra mobile della Questura di Cosenza ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Cosenza, nei confronti di una 33enne rumena in Italia senza fissa dimora, pluripregiudicata per reati contro il patrimonio, poiché ritenuta responsabile dei reati di rapina e omicidio, in concorso con soggetti allo stato non identificati, in pregiudizio di Damiano Oriolo, classe 39, scomparso nel 2017 dal territorio di Cosenza.
Un paio di giorni dopo la sparizione, in un’area collinare soprastante Cosenza, era stata ritrovata solo l’autovettura dell’uomo, lasciata con i fari accesi, oltre a pochi effetti personali del predetto. Ancora oggi il cadavere non è stato ritrovato.
Un paio di giorni dopo la sparizione, in un’area collinare soprastante Cosenza, era stata ritrovata solo l’autovettura dell’uomo, lasciata con i fari accesi, oltre a pochi effetti personali del predetto. Ancora oggi il cadavere non è stato ritrovato.
Le indagini
le indagini di magistratura e squadra mobile, condotte senza soluzione di continuità dal giorno della sparizione dell’uomo, hanno accertato come la donna oggi fermata, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati, avesse dapprima attirato l’anziano in una zona collinare appartata di San Fili, comune in provincia di Cosenza, e avesse poi perpetrato una rapina mediante la fraudolenta somministrazione alla vittima di benzodiazepine, aggredendola inoltre fisicamente, riuscendo a impossessarsi della somma di 350 euro da quella detenuta e ne avesse infine cagionato la morte dopo aver lasciato la vittima per strada ed al freddo in stato di incapacità di intendere e volere.
Le investigazioni si sono avvalse di numerose diverse attività di intercettazione sia telefonica che ambientale, talune delle quali effettuate anche all’estero (in Romania) con Ordine di Indagine Europeo emesso dalla predetta autorità giudiziaria italiana, nonché di capillari accertamenti di natura tecnica e scientifica. Il quadro indiziario emerso al termine delle investigazioni è risultato essere di grande solidità ed è confluito in un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dai magistrati della Procura della Repubblica di Cosenza (a firma del Procuratore Capo Mario Spagnuolo e del Sostituto Marialuigia D’Andrea) nella serata di ieri a causa del concreto pericolo di fuga dell’indagata la quale nella medesima serata era stata scarcerata dalla casa circondariale di Reggio ove si trovava ristretta per altri reati. Sono in corso ulteriori indagini per identificare i complici dell’odierna fermata nel delitto de quo.