Omicidio dell’ex candidato sindaco Cricrì, chieste due condanne

lentini

La pubblica accusa ha chiesto due condanne per l’omicidio di Giuseppe Damiano Cricrì, il 48enne di Melicuccà di Dinami, ex candidato a sindaco nelle amministrative del maggio 2013 ritrovato carbonizzato nella sua auto il 22 ottobre 2013, nelle campagne di Acquaro, nel Vibonese. Il pm Corrado Caputo ha invocato nell’aula C di Palazzo Ferlaino alla Corte di assise presieduta da Alessandro Bravin 21 anni di reclusione per Liberata Gallace, 54enne di Piani di Acquaro nei cui confronti viene contestato l’omicidio e 16 anni di carcere per Fiore D’Elia, 66enne di Gerocarne, che risponde di soppressione di cadavere. I giudici della Corte, dopo aver ascoltato le arringhe difensive dei legali degli imputati, gli avvocati Giavanna Fonte e Rosario Lopreiato,  hanno aggiornato l’udienza al prossimo 11 giugno, giorno in cui sono previste le repliche e la lettura del dispositivo. Per un terzo imputato Alfonsino Ciancio e figlio della Gallace è già intervenuta la sentenza di condanna in Appello a 14 anni di carcere, pena ridotta rispetto ai 30 anni di reclusione sentenziati in primo grado nell’ambito del giudizio abbreviato. Il movente del delitto sarebbe di natura passionale: in base alla ricostruzione degli inquirenti  sarebbe emerso che Giuseppe Damiano Cricrì, dopo la separazione dalla moglie aveva stretto una relazione sentimentale con Liberata Gallace, a sua volta separata in casa. Un omicidio, secondo le ipotesi di accusa, aggravato dalla premeditazione: la donna non avrebbe accettato la decisione di Cricrì di chiudere la loro relazione e avrebbe dato appuntamento alla vittima in  un luogo appartato in località “Boschetto”, alla periferia di Limpidi di Acquaro e in orario notturno e proprio lì Cricrì sarebbe stato colpito con un oggetto contundente alla testa, alla faccia e in diverse parti del corpo, provocandone la morte. Il corpo della vittima sarebbe stato poi caricato con l’aiuto di Alfonsino Ciancio e di Fiore D’Elia sul sedile posteriore della Panda e trasportato in località Petrignano di Acquaro, il luogo dove avrebbero cosparso l’auto di liquido infiammabile per poi dar fuoco, carbonizzando il corpo della vittima, per non lasciare tracce.

g. p. 

Calabria 7

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