Maestrale 2

Omicidio di Maria Chindamo: “Sono stato io ad occuparmi del corpo della donna”

I collaboratori di giustizia riferiscono della morte dell'imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa il 6 maggio 2016

“L’omicidio di Maria Chindamo è maturato in un complesso scenario criminale che vede la convergenza di plurime volontà per la sua eliminazione: le volontà di acquisto del terreno da parte dei Mancuso sono state arginate proprio dalla rilevanza criminale della famiglia Punturiero, che mediante i suoi collegamenti con i Bellocco ha potuto inibire le volontà della cosca Mancuso di acquisire i terreni gestiti anche dalla donna, circostanze che mutano sensibilmente dall’anno 2015 (dunque poco tempo prima dell’omicidio), allorquando le ritenute responsabilità della imprenditrice di Laureana di Borrello per il suicidio del marito e la volontà di quest’ultima di gestire i terreni acquisiti dalla famiglia del marito hanno determinato un suo allontanamento dalla famiglia Punturiero”. Dal maxi blitz della Dda di Catanzaro emergono ulteriori dettagli sul delitto dell’imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa il 6 maggio 2016, il cui corpo non è mai stato ritrovato.

L’idea di comprare il terreno della Chindamo ad un prezzo stracciato

L’idea di comprare il terreno della Chindamo ad un prezzo stracciato

Anche vari collaboratori di giustizia hanno parlato del possibile movente e indicando il sottobosco in cui il delitto sarebbe maturato. Andrea Mantella, ex boss di Vibo, nell’interrogatorio del 6 febbraio 2020 riferiva di aver appreso, discutendo di Chindamo,”quel signore robusto che aveva un Pub a Vibo Valentia e poi di contributi per piantagioni con alberi di kiwi ed altri tipi di piantagioni”, che Diego Mancuso gli “parlò della donna, che aveva una piantagione di Kiwi che non voleva vendere. Tale piantagione, mi disse Mancuso, interessava ai suoi parenti, se non ricordo male al genero di Pantaleone Mancuso detto Vetrinetta”. Nel discutere dell’argomento, “apostrofandola in malo modo, Diego disse che lei era una “tosta” a non voler vendere, mentre il marito era un “babbo” nel senso di bonaccione che era stato, allo scopo, anche avvicinato, su incarico dei Mancuso, da Francesco Pesce detto “Testuni”, ma non c’era stato nulla da fare”. Mantella riferiva che l’idea “era quella di comprare ad un prezzo stracciato la proprietà della Chindamo per poi darla in gestione per la coltivazione a Salvatore Ascone”. Poi, una volta che l’ex boss divenne collaboratore di giustizia, ebbe modo di apprendere della sparizione della donna e al riguardo pensò: “Ho immediatamente ricollegato ed ho pensato: ‘ecco, se la sono fatta’. Ma questa è una mia supposizione. Io sono convinto che possono essere stati loro e questo lo affermo sulla base di quella che è la mia esperienza criminale e la scorta di quello che ho percepito parlando con Diego Mancuso. lo ho pensato che se la Chindamo non avesse mollato l’avrebbero fatta fuori.

“I maiali si sono mangiati il corpo e i resti delle ossa finiti in una fresa”

Anche il pentito Emanuele Mancuso in un verbale reso alla Dda aveva raccontato che Rocco Ascone, figlio di Salvatore, gli “disse che, in 20 minuti, i maiali si erano mangiati il corpo della donna e che avevano poi triturato i resti della ossa con un una fresa o con un trattore. Questo racconto mi fu fatto qualche tempo dopo la scomparsa della donna”.

“Guarda questo pezzo di merda cosa ha fatto”

Infine il racconto di un altro collaboratore che ha riferito sul punto: Pasquale Megna. Questi aveva dichiarato che suo padre Assunto Natale prima gli aveva riferito “di essere rimasto solo con Ascone al quale disse: “Ma per quattro soldi stai facendo tutto questo bordello”. A quel punto Ascone gli rispondeva, riferendosi alla vicenda della Chindamo: “Io, pe quattru sordi, a chija eppi ù m ‘ajuntu ‘ncoju” (ndr. ed io per quattro soldi a quella me la sono dovuta caricare addosso), dicendo chiaramente che si era occupato del corpo della donna. Non so dire per quale motivo Ascone abbia riferito questa cosa a mio padre che era sconvolto dal fatto che era stata trattata in questo modo una donna. Mio padre me lo raccontò dopo che, guardandolo in volto, avevo notato che era molto provato e cercai di capirne il motivo, pensando che stesse male per il diabete alto. Invece era molto contrariato per avere appreso da Ascone del modo in cui si era disfatto del corpo della Chindamo ed al riguardo mi disse: “guarda questo pezzo di merda che cosa ha fatto”. (f.p)

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