Quindici anni di reclusione. Questa la pena inflitta dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro nei confronti di Nicholas Sia, accusato di aver accoltellato a morte il catanzarese Marco Gentile il 24 ottobre del 2015 nella zona dei giardini di San Leonardo. Si tratta del nuovo processo di secondo grado approdato alla prima sezione (presidente Gabriella Reillo) dopo il giudizio della Corte di Cassazione che avevano annullato con rinvio la riduzione di pena a dodici anni per l’esecutore dell’omicidio. “In riforma della sentenza del gip del Tribunale di Catanzaro il 28 novembre del 2016 appellata dall’imputato, riconosciuta l’attenuante della provocazione e con il concorso delle già riconosciute attenuante generiche, valutate equivalenti alla contestata aggravante della premeditazione, applica la diminuente per la scelta del rito, ridetermina la pena inflitta a Nicholas Sia in 15 anni di reclusione“. L’imputato è stato anche condannato alla rifusione delle spese sostenute dalle costituite parti civili in questo grado di giudizio.
L’annullamento con rinvio della Cassazione
L’annullamento con rinvio della Cassazione
Nello scorso mese di ottobre la Suprema corte aveva accolto il ricorso del sostituto procuratore generale della Corte di appello di Catanzaro Raffaela Sforza, annullando con rinvio per quanto riguarda l’attenuante della provocazione, una decisione accolta con soddisfazione dal collegio difensivo delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Antonio Ludovico, Arturo Bova e Antonio Lomonaco. Il pg non ha utilizzato mezzi termini nel motivare la sentenza impugnata: “L’imputato non ha chiesto scusa alla famiglia della vittima e ciò rivela una personalità negativa e la sua capacità a delinquere, (…) non si è ravveduto rispetto all’atto compiuto”.
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