Omicidio Patania nel Vibonese, tre condanne e un’assoluzione in Appello

Tre le condanne riformate, una sentenza di prescrizione e un'assoluzione per i Piscopisani. Secondo l’accusa l'agguato fu la risposta immediata all’omicidio di Michele Mario Fiorillo

di Gabriella Passariello-  Tre condanne riformate, un’altra conclusa con una sentenza di prescrizione e un’assoluzione confermata. E’ il verdetto pronunciato dalla Corte di assise e appello di Catanzaro nei confronti degli imputati coinvolti nell’omicidio di Fortunato Patania, il boss di Stefanaconi, la cui uccisione diede inizio ad una cruenta faida tra il gruppo dei Patania, sostenuto dalla cosca Mancuso di Limbadi e quello dei Piscopisani. In particolare i giudici di secondo grado, presidente Gabriella Reillo hanno condannato Rosario Battaglia, (assistito dai legali Salvatore Staiano e Francesco Muzzopappa)  Rosario Fiorillo (difeso dai legali Alfredo Gaito e Sergio Rotundo) e Francesco La Bella a 30 anni di reclusione, (codifeso dai legali Rosa Giorno e Gregorio Viscomi), mentre i giudici di primo grado nel 2018 aveva inflitto a tutti e tre il carcere a vita. Confermata l’assoluzione per Salvatore Tripodi, (difeso dai legali Salvatore Staiano e Anselmo Torchia) e invece per Michele Pietro Russo (difeso dai legali Enzo Truncadi e Giuseppe Di Renzo) è intervenuta una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione (in primo grado era stato assolto dall’accusa di omicidio e condannato a 3 anni per favoreggiamento).

L’omicidio di “Nato” Patania e la guerra di mafia

L’omicidio di “Nato” Patania e la guerra di mafia

L’uccisione di Fortunato Patania secondo l’accusa fu la risposta immediata all’omicidio di Michele Mario Fiorillo, l’agricoltore di Piscopio ucciso nelle campagne della Vallata del Mesima 48 ore prima. E proprio mentre nella popolosa frazione di Vibo si stavano celebrando i funerali, un commando entrava in azione trucidando “Nato” Patania all’interno del suo distributore di benzina mentre era intento a giocare a carte con alcuni suoi amici, rimasti illesi e risparmiati dal fuoco dei killer. Una agguato che scatenò la guerra di mafia sull’asse Stefanaconi-Piscopio-Vibo Marina e una sanguinosa catena di omicidi e tentati omicidi fino al luglio del 2012 quando sulla spiaggia di Vibo Marina, in pieno giorno, venne ucciso Davide Fortuna. Nel marzo del 2015 il blitz della Squadra Mobile di Catanzaro, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, chiuse il cerchio intorno all’omicidio Patania arrestando i presunti mandanti e i presunti autori materiali.

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