di Mimmo Famularo – E’ stato ancora il giorno di Andrea Mantella nel processo che si sta celebrando in Corte d’assise d’appello a Catanzaro e che vede alla sbarra alcuni tra gli esponenti di spicco del clan dei Piscopisani, imputati per l’omicidio di Fortunato Patania, assassinato a Stefanaconi, in provincia di Vibo Valentia, nel settembre del 2011. Nel corso dell’udienza il collaboratore di giustizia vibonese si è sottoposto al controesame degli avvocati difensori rispondendo, in particolare, alle domande formulate dall’avvocato Salvatore Staiano. Mantella non ha saputo indicare i nomi degli esecutori materiali del delitto e neanche dei mandanti. Ha però rivelato i contenuti di in una conversazione avuta in carcere con “tale Alessandria”. Quest’ultimo gli ha confidato che i Patania ritenevano responsabili dell’omicidio del loro capostipite proprio i Piscopisani. Al termine della deposizione del pentito il processo è stato aggiornato al prossimo 13 novembre quando toccherà alla collaboratrice di giustizia Loredana Patania sottoporsi all’esame del sostituto procuratore generale Raffaela Sforza e al controesame degli avvocati. Subito dopo si procederà con la requisitoria della pubblica accusa.
L’omicidio di “Nato” Patania e la guerra di mafia
L’omicidio di “Nato” Patania e la guerra di mafia
L’uccisione di Fortunato Patania segnò l’inizio di una cruenta faida che contrappose per diversi mesi la famiglia di ‘ndrangheta di Stefanaconi, alleata dei Mancuso di Limbadi, da una parte e il gruppo dei Piscopisani dall’altra. Secondo l’accusa fu la risposta immediata all’omicidio di Michele Mario Fiorillo, l’agricoltore di Piscopio ucciso nelle campagne della Vallata del Mesima 48 ore prima. E proprio mentre nella popolosa frazione di Vibo si stavano celebrando i funerali, un commando entrava in azione trucidando “Nato” Patania all’interno del suo distributore di benzina mentre era intento a giocare a carte con alcuni suoi amici, rimasti illesi e risparmiati dal fuoco dei killer. Una agguato che scatenò la guerra di mafia sull’asse Stefanaconi-Piscopio-Vibo Marina e una sanguinosa catena di omicidi e tentati omicidi fino al luglio del 2012 quando sulla spiaggia di Vibo Marina, in pieno giorno, venne ucciso Davide Fortuna. Nel marzo del 2015 il blitz della Squadra Mobile di Catanzaro, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, chiuse il cerchio intorno all’omicidio Patania arrestando i presunti mandanti e i presunti autori materiali.
Tre ergastoli in primo grado
La Corte d’assise di Catanzaro, a conclusione del processo di primo grado, condannò all’ergastolo Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo, ritenuti tra i capi indiscussi del gruppo dei Piscopisani. Fine pena mai anche per Francesco La Bella. Tra gli imputati del processo di secondo grado dinnanzi alla Corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Gabriella Reillo ci sono oggi anche Michele Pietro Russo (condannato a tre anni nel primo processo) e Salvatore Tripodi che era stato assolto dalle accuse. Il collegio difensivo è composto da Salvatore Staiano, Francesco Muzzopappa, Rosa Giorno, Gregorio Viscomi, Sergio Rotundo e Anselmo Torchia.