Indagini chiuse per Antonio De Pace, 28 anni, l’infermiere calabrese accusato di aver ucciso la fidanzata Lorena Quaranta di 27 anni, in una villetta di Furci siculo nel messinese. La Procura di Messina ha contestato al giovane di aver ucciso la fidanzata tramortendola con un oggetto e, una volta immobilizzata, di averla soffocata.
Contestate anche tre aggravanti: in particolare, l’aver premeditato l’omicidio in quanto aveva inviato prima dei messaggi a familiari in cui diceva di voler trasferire dei risparmi che aveva accumulato ai nipoti; messaggi che poi aveva cancellato. Inoltre, secondo l’accusa, era entrato nella camera da letto dove c’era Lorena con un oggetto per colpirla e tramortirla. Infine, i magistrati gli contestano le aggravanti di aver commesso il fatto contro una persona a lui legata da vincoli affettivi e convivente e per motivi abbietti e futili.
Contestate anche tre aggravanti: in particolare, l’aver premeditato l’omicidio in quanto aveva inviato prima dei messaggi a familiari in cui diceva di voler trasferire dei risparmi che aveva accumulato ai nipoti; messaggi che poi aveva cancellato. Inoltre, secondo l’accusa, era entrato nella camera da letto dove c’era Lorena con un oggetto per colpirla e tramortirla. Infine, i magistrati gli contestano le aggravanti di aver commesso il fatto contro una persona a lui legata da vincoli affettivi e convivente e per motivi abbietti e futili.
L’omicidio si è verificò a Furci siculo il 31 marzo 2020. Era stato lo stesso De Pace a chiamare i carabinieri dopo aver tentato il suicidio. Lorena era stata trovata senza vita, uccisa probabilmente al culmine di una lite. La ragazza, originaria di Favara in provincia di Agrigento, frequentava l’ultimo anno della facoltà di Medicina e presto si sarebbe laureata.