Come gruppo Democratici Progressisti e come Futura Calabria chiediamo a Rocco Caliò, giovane Segretario della Cosfit (sigla che conta decine di aziende del settore funerario calabrese), di ritirare le sue dimissioni.
Le capacità del giovane Caliò di essere attrattore e guida per la tutela dei diritti delle aziende e dei lavoratori del settore, non possono andare perdute ad un passo dal risultato ottimale oggi raggiungibile, in Calabria, da una classe politica spesso (non sempre) serva e poco coraggiosa.
Le capacità del giovane Caliò di essere attrattore e guida per la tutela dei diritti delle aziende e dei lavoratori del settore, non possono andare perdute ad un passo dal risultato ottimale oggi raggiungibile, in Calabria, da una classe politica spesso (non sempre) serva e poco coraggiosa.
A chi sono utili davvero queste dimissioni dopo tanto faticoso lavoro? Cinque anni, lunghi, spesi peraltro a tentare di recuperare il lavoro fatto nella precedente legislatura da un’altro politico “fuori dal coro” come Mimmo Talarico. Una legge abrogata a sei giorni da un insussistente giudizio di costituzionalità, poi riproposta, modificata, adattata alle esigenze di ogni azienda o operatore del settore. Poi il colpo di mano (del quale mi sento e sono in parte responsabile per non aver valutato appieno le conseguenze) ed oggi la proposizione di un’interpretazione autentica sottoscritta da tutti i capigruppo, che rimette ordine e restituisce dignità al lavoro fatto, insieme, in questi lunghi e faticosi cinque anni.
No, caro Caliò, la nave lei non può abbandonarla ora. Comprendiamo e condividiamo sdegno ed amarezza, ma sarebbe un ingeneroso schiaffo a chi come me e come la stragrande maggioranza dei consiglieri regionali in carica, hanno lavorato, stanno lavorando e lavoreranno fino all’ultimo giorno di legislatura per rendere migliore una già ottima norma, realizzata per mettere ordine in una delle tante, troppe giungle di questa benedetta regione.
Ho presentato una proposta di legge di interpretazione autentica dell’articolo attinto dalla modifica a tempo ampiamente scaduto. Prevede, come logico, giusto, naturale, che gli “accordi” fra le aziende del settore non munite dei requisiti di base e volti proprio all’ottenimento degli stessi, siano redatti sotto la forma consortile o societaria secondo le norme del codice civile e vigenti. Non accordi verbali, come temevamo, dunque.
Ed allora nessuna rinuncia o dimissione, caro Caliò. Io non ho rinunciato a combattere per Lei, Lei veda di non farlo per me e per quelli come me e l’avvocatessa Franca Migliarese che, in questi lunghi anni, hanno lavorato per restituire dignità e legalità ad un settore abbandonato per troppo tempo alle regole della strada.
Redazione Calabria 7