Operatrice di un call center dice una parolaccia a una cliente: licenziata

Per protestare contro il licenziamento, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e due ore di sciopero per lunedì 2 ottobre

Bologna, un’operatrice di un call center è stata licenziata dopo otto anni di lavoro per aver detto una parolaccia a una cliente durante una telefonata. A denunciare l’accaduto sono stati – come riporta l’Agenzia Dire – Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Bologna. Per protestare contro il licenziamento, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e due ore di sciopero per lunedì 2 ottobre. 

La reazione dei sindacati di categoria delle telecomunicazioni

La reazione dei sindacati di categoria delle telecomunicazioni

Slc, Fistel, Uilcom e Ugl Telecomunicazioni, i sindacati di categoria delle telecomunicazioni, sottolineano che “nessuno dice che non andasse applicato un provvedimento disciplinare, ma anche ammesso e non concesso che la contestazione fosse corretta, il licenziamento risulta, in ogni caso, eccessivo, non proporzionato, oltreché chiaramente mortificante”.   

La vicenda

“Secondo quanto riportato nella stessa contestazione disciplinare comminata, la colpa sarebbe l’aver pronunciato alla fine di una chiamata difficile, durante un’ora di straordinario ampiamente terminato e trovandosi quindi fuori dall’orario di lavoro, di conseguenza persino non retribuita, una parolaccia rivolta alla cliente, che successivamente ha inoltrato un reclamo”, spiegano i sindacati. 

“La lavoratrice ha dovuto subire anche la sospensione cautelare dal lavoro e dalla retribuzione, applicata fin dal momento della contestazione disciplinare, del tutto immotivata, sproporzionata ed estremamente umiliante, specie per una lavoratrice che si è trovata alla sua prima contestazione disciplinare in quasi 8 anni di lavoro, senza che avesse né rubato, né fatto rissa o danneggiato il patrimonio aziendale”, proseguono Slc, Fistel, Uilcom e Ugl Telecomunicazioni. “Quello che è accaduto è un fatto gravissimo, un’intimidazione collettiva che il sindacato e i lavoratori non possono accettare. Non intendiamo consentire che si inauguri un periodo nuovo, creando, attraverso questa intimidazione, un precedente pericolosissimo per tutti”, concludono i sindacati.

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