Operazione antibracconaggio tra Calabria e Sicilia: un arresto e otto denunce

Nel corso dell'operazione i militari hanno soccorso un falco pecchiaiolo ferito da un bracconiere

Un arresto in flagranza di reato e otto denunce in stato di libertà. E’ il bilancio dell’operazione “Adorno” effettuata nello Stretto di Messina dai carabinieri forestali con la collaborazione dei volontari della Lega italiana protezione uccelli. Nel corso dell’operazione i militari hanno soccorso un falco pecchiaiolo ferito da un bracconiere. Il volatile è stato ricoverato nel centro di recupero fauna selvatica “Stretto di Messina”. L’arresto riguarda una persona con precedenti penali sorpreso mentre sparava ai falchi. L’uomo era in possesso, tra l’altro, di un fucile con la matricola abrasa. Le otto denunce, invece, sono scattate a carico di altrettante persone accusate di detenzione illegale di specie protette, tra cui alcuni cardellini di provenienza illecita, 38 uccelli selvatici vivi e quattro reti da uccellagione. Sono stati sequestrati, inoltre, tre fucili con matricola abrasa e svariate munizioni.

In Sicilia, tra l’altro, sono stati sequestrati una coppia di grillai e quattro esemplari di civetta, tutti privi di anello identificativo e dei certificati che ne avrebbero dovuto dimostrare la nascita in cattività. “Nonostante il bracconaggio, negli anni, sia diminuito in questa zona del Paese – ha detto Giovanni Albarella, responsabile Antibracconaggio e Attività venatoria della Lipu – occorre mantenere l’attenzione alta. Restano fondamentali il presidio del territorio, garantito dai carabinieri forestali coadiuvati dai volontari delle associazioni, ma anche la promozione di attività turistiche a basso impatto in modo da fare conoscere la biodiversità di questi luoghi, rafforzando così l’interesse per la loro conservazione”. 

In Sicilia, tra l’altro, sono stati sequestrati una coppia di grillai e quattro esemplari di civetta, tutti privi di anello identificativo e dei certificati che ne avrebbero dovuto dimostrare la nascita in cattività. “Nonostante il bracconaggio, negli anni, sia diminuito in questa zona del Paese – ha detto Giovanni Albarella, responsabile Antibracconaggio e Attività venatoria della Lipu – occorre mantenere l’attenzione alta. Restano fondamentali il presidio del territorio, garantito dai carabinieri forestali coadiuvati dai volontari delle associazioni, ma anche la promozione di attività turistiche a basso impatto in modo da fare conoscere la biodiversità di questi luoghi, rafforzando così l’interesse per la loro conservazione”. 

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