“Un’indagine estremamente complessa, che si connota per la presenza di tanti colletti bianchi, di due politici, uno di livello nazione e uno regionale, amministratori locali, un importante notaio di Catanzaro, un avvocato, due commercialisti, che erano incaricati di realizzare queste società cartiera, società fantasma che servivano solo per far girare le fatturazioni”. A dirlo è stato il direttore della Dia, Maurizio Vallone, intervenendo alla conferenza stampa sull’operazione “Basso profilo” coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta contro cosche di ‘ndrangheta del Crotonese e i loro presunti referenti nel mondo dell’imprenditoria, delle professioni, della pubblica amministrazione e della politica.
“Segno – ha specificato Vallone – che l’attività investigativa diretta dalla Procura di Catanzaro ha avuto origine da attività prevalentemente criminali ma poi si è estesa a quell’area grigia che purtroppo in Calabria è ancora fortemente presente e inquina il tessuto economico, sociale, politico e della pubblica amministrazione”. Alla conferenza stampa sull’operazione “Basso profilo”, che si è tenuta nella Corte d’appello di Catanzaro, ha partecipato, oltre al procuratore Nicola Gratteri e Vallone, anche il vicedirettore della Dia, Nicola Altiero, che ha spiegato il meccanismo delle società “cartiera” e delle “frodi carosello” con cui l’organizzazione ‘ndranghetista smantellata oggi riciclava il denaro illecitamente accumulato. Presente anche il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il generale Dario Solombrino. “Il nostro intervento in questa vasta e articolata indagine – ha esordito Solombrino – si spiega con il coinvolgimento di un nostro luogotenente, Ercole D’Alessandro, da fine 2018 in congedo, il quale, risulta dall’ordinanza, si poneva come punto di riferimento per il sodalizio sotto investigazione. Il procuratore Gratteri – e di questa fiducia lo ringrazio in rappresentanza dell’amministrazione che rappresento in questa provincia – ha inteso delegare a noi Guardia di Finanza a svolgere l’indagine sulla condotta di questo nostro appartenente, indagine chiaramente molto delicata e che però fin dall’inizio ha fornito riscontri probatori. Mi corre comunque l’obbligo di dire – ha concluso il generale Solombrino – che, nonostante la pervasività dell’indagine nei confronti del nostro luogotenente, non sono emersi mai elementi a carico di altri appartenenti alla Guardia di Finanza, a dimostrazione di come il tessuto del corpo sia assolutamente sano”.
“Segno – ha specificato Vallone – che l’attività investigativa diretta dalla Procura di Catanzaro ha avuto origine da attività prevalentemente criminali ma poi si è estesa a quell’area grigia che purtroppo in Calabria è ancora fortemente presente e inquina il tessuto economico, sociale, politico e della pubblica amministrazione”. Alla conferenza stampa sull’operazione “Basso profilo”, che si è tenuta nella Corte d’appello di Catanzaro, ha partecipato, oltre al procuratore Nicola Gratteri e Vallone, anche il vicedirettore della Dia, Nicola Altiero, che ha spiegato il meccanismo delle società “cartiera” e delle “frodi carosello” con cui l’organizzazione ‘ndranghetista smantellata oggi riciclava il denaro illecitamente accumulato. Presente anche il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il generale Dario Solombrino. “Il nostro intervento in questa vasta e articolata indagine – ha esordito Solombrino – si spiega con il coinvolgimento di un nostro luogotenente, Ercole D’Alessandro, da fine 2018 in congedo, il quale, risulta dall’ordinanza, si poneva come punto di riferimento per il sodalizio sotto investigazione. Il procuratore Gratteri – e di questa fiducia lo ringrazio in rappresentanza dell’amministrazione che rappresento in questa provincia – ha inteso delegare a noi Guardia di Finanza a svolgere l’indagine sulla condotta di questo nostro appartenente, indagine chiaramente molto delicata e che però fin dall’inizio ha fornito riscontri probatori. Mi corre comunque l’obbligo di dire – ha concluso il generale Solombrino – che, nonostante la pervasività dell’indagine nei confronti del nostro luogotenente, non sono emersi mai elementi a carico di altri appartenenti alla Guardia di Finanza, a dimostrazione di come il tessuto del corpo sia assolutamente sano”.
“Il volume d’affari che abbiamo documentato – ha aggiunto Vallone – è assolutamente imponente. Stiamo parlando dell’esame di 1.800 conti corrente, di 388mila operazioni bancarie: il volume di affari girato in questi due anni di indagine è stato pari a 250 milioni di euro, che hanno riscontrato dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e che – ha rilevato il direttore della Dia – hanno consentito ancora oggi di sequestrare a carico degli indagati un’ingentissima somma di contanti che stiamo ancora contando tanta è la quantità. Siamo quasi a un milione di euro in contanti”. Secondo Vallone “questo giro d’affari ha fatto sì che abbiamo potuto individuare consistenti beni in capo agli indagati, a cui carico è stato messo un provvedimento di sequestro e siamo quasi a un centinaio di milioni i beni sequestrai in Calabria, ma anche a Roma, Bologna, e Firenze e una otre parti d’Italia”. Il direttore della Dia ha poi evidenziato che l’attività investigativa è durata oltre tre anni e ha attenzionato nove ‘ndrine, i cui esponenti sono stati arrestati, quindi non ci sono solo colletti bianchi ma anche capi e manovalanza delle organizzazioni criminali del Crotonese e del Catanzarese, in questo modo decapitate.