Operazioni commerciali fittizie per abbattere l’Iva, sei arresti nel Cosentino

Disposto un sequestro, finalizzato alla confisca, di disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili per circa 70 milioni di euro
Gioiosa Ionica

I finanzieri del Comando provinciale Cosenza hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal gip del Tribunale di Castrovillari a carico di 6 persone (per due è stato disposto il carcere, per gli altri quattro gli arresti domiciliari), indagate per reati tributari e fallimentari, nonché proceduto al sequestro di beni mobili e immobili fino a concorrenza di 70 milioni di euro, ritenuto profitto del reato, nei confronti di 24 persone fisiche e giuridiche.

Le indagini

Le indagini

L’indagine, condotta dalle fiamme gialle di Corigliano-Rossano, sotto il coordinamento investigativo delle indagini preliminari del sostituto procuratore, Angela Continisio, ha permesso di disvelare, allo stato e fatte salve le valutazioni delle successive fasi processuali, un ipotizzato meccanismo di frode all’Iva che ha consentito agli odierni indagati di evadere le imposte attraverso l’uso di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione trae origine dalle risultanze emerse nel corso di una verifica fiscale condotta dai finanzieri a carico di diverse società di persone e di capitali riconducibili ad un medesimo gruppo familiare, operante nel settore della produzione e commercializzazione di calcestruzzo e nello smaltimento di rifiuti solidi urbani.

Operazioni commerciali fittizie

Gli accertamenti eseguiti hanno evidenziato allo stato come tali società, attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture documentanti operazioni commerciali fittizie, avrebbero abbattuto la base imponibile Iva, compensando ulteriori debiti tributari con crediti d’imposta fittizi. Le stesse società, accumulati ingenti debiti tributari nei confronti dell’Erario, sarebbero state successivamente svuotate del complesso aziendale, costituito principalmente da impianti e macchinari, attraverso operazioni distrattive in favore di nuove società intestate a soggetti “prestanome”, per poi essere successivamente poste in liquidazione o portate al fallimento, come ritenuto indiziariamente essere avvenuto nel caso di una società appartenente al “gruppo societario”, dichiarata fallita dal Tribunale di Castrovillari nel maggio 2021.

All’esito dell’indagine, che vede indagate 28 tra persone fisiche e società, su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari, il gip – alla luce degli elementi probatori allo stato raccolti – ha disposto l’odierna misura cautelare a carico di sei indagati, ritenuti la mente ed i principali beneficiari della presunta frode, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle eventuali responsabilità penali.

Il sequestro

È stato, inoltre, disposto il sequestro, finalizzato alla confisca, nella forma diretta e per equivalente, di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili per circa 70 milioni di euro, a carico delle 24 persone fisiche e giuridiche che avrebbero beneficiato dell’ipotizzato meccanismo fraudolento posto in essere.

L’odierna attività della Guardia di finanza di Cosenza si inquadra nel costante presidio del Corpo a salvaguardia del bilancio dello Stato e dell’Unione Europea ed è stata eseguita in stretta sinergia con la Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal procuratore Alessandro D’Alessio, impegnata nella tutela della economia sana del territorio, vulnerata dalla commissione dei reati oggetto d’indagine, che sottraggono risorse allo Stato e dunque alla collettività. Gli indagati avranno la possibilità di fornire la propria ricostruzione dei fatti nel seguito del procedimento che trovasi, allo stato, nella fase delle indagini preliminari.

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