di Michele Rossi *
Sono un medico ospedaliero, tra i primi vaccinati per il Covid e così anche mia moglie, insegnante, vaccinata con l’eterologa, entrambi pro vaccini. Siamo genitori di una bambina di 12 anni ed abbiamo grandi perplessità sulla scelta politica di legare il vaccino anti Covid-19 under 16 alle limitazioni della libertà personale associate in Italia ai non possessori del green pass europeo per questi minori. Vaccinarsi è, senza alcun dubbio, l’arma più efficace che abbiamo a disposizione per contrastare l’epidemia da Sars/Cov2. La vaccinazione dei bambini under 16 è un’altra cosa. Un’attesa prudente magari, ma che crea grande disagio ai genitori che la adottano, nello spiegare ai loro figli, perché non possono fare quello che i loro compagni, già vaccinati, possono. Un medico o uno scienziato, non lo avrebbe mai fatto.
Sono un medico ospedaliero, tra i primi vaccinati per il Covid e così anche mia moglie, insegnante, vaccinata con l’eterologa, entrambi pro vaccini. Siamo genitori di una bambina di 12 anni ed abbiamo grandi perplessità sulla scelta politica di legare il vaccino anti Covid-19 under 16 alle limitazioni della libertà personale associate in Italia ai non possessori del green pass europeo per questi minori. Vaccinarsi è, senza alcun dubbio, l’arma più efficace che abbiamo a disposizione per contrastare l’epidemia da Sars/Cov2. La vaccinazione dei bambini under 16 è un’altra cosa. Un’attesa prudente magari, ma che crea grande disagio ai genitori che la adottano, nello spiegare ai loro figli, perché non possono fare quello che i loro compagni, già vaccinati, possono. Un medico o uno scienziato, non lo avrebbe mai fatto.
Under 16
Come medico, resto basito, che nessuno sottolinei che l’uso dei vaccini a RNAm sugli under 16, benché apparentemente sicuro, sia approvato ancora solo in “uso in emergenza” per questa fascia d’età. Quindi, se non si hanno ancora dati a sufficienza, per approvarlo in maniera definitiva, così come è stato già fatto per i più grandi, perché già legarlo al green pass, così come usato in Italia, per limitare le libertà personali dei nostri bambini? Si tratta di minori, quindi bisogna che scelgano i genitori, qualcuno dirà che infatti non c’è un “obbligo di legge” nel vaccinarli, in realtà c’è di peggio: una “subdola coercizione” perché, scegliendo di attendere e non vaccinarli subito, si lasciano i propri figli in un limbo, esclusi dai loro coetanei e dalle attività tipiche di quella età, di fatto impedendogli di riappropriarsi della loro vita, nonostante abbiano anch’essi pagato un prezzo alto dall’inizio della pandemia. Una attesa, solo un’attesa; no non vaccinarli affatto.
Scelta politica, non medica
Questa è una scelta politica, non medica, ma la scelta è miope e va detto ad alta voce. Sappiamo tutti che, la popolazione in oggetto, è a bassissimo rischio per le forme severe di Covid-19; inoltre, essendo i componenti adulti del nucleo familiare di appartenenza ormai vaccinati, anche il rischio di contagiare genitori, nonni e zii è bassissimo. L’unica ragione apparente, per vaccinare i nostri figli è raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Idea fattibile, così come proposta, nel secondo dopoguerra magari, ma non certo nel nostro tempo globalizzato, con gran parte della popolazione adulta mondiale dei paesi del terzo mondo non vaccinata e portatrice per gli anni a venire di nuove varianti del virus. I dati iniziali raccolti sul campo, da quando è iniziata la campagna vaccinale degli under 16, invitano alla prudenza.
Sospesa Moderna per under 16
E’ di pochi giorni fa, la notizia che, Svezia e Danimarca, hanno sospeso la somministrazione del vaccino Moderna per gli under 16 per i troppi casi di pericardite e miocardite in questa fascia di età e di continuare solo con il Pfizer, per ora. Due vaccini, entrambi a RNAm, davvero molto simili strutturalmente, il che fa pensare ci sarà ancora altro da scoprire ed approfondire. Questo dimostra, che per quanto sia da fare, la vaccinazione negli under 16 è ancora suscettibile di modifiche e revisioni via via che l’evidenza scientifica si farà più robusta e ci saranno più dati da analizzare (questa lezione dovremmo già averla imparata per quanto successo con Astra-Zeneca e under 40). Il nostro ministro della salute, ha dichiarato, in relazione alla
notizia, di aver fiducia nell’EMA. E’ corretto dirlo, come lo era durante i primi casi di trombosi con
Astra-Zeneca e J&J, ma lo sarebbe anche, in attesa di una evidenza scientifica più robusta, derogare
le limitazioni che l’Italia ha imposto ai propri cittadini sfruttando lo strumento del green pass
europeo a chi abbia meno di 16 anni. Perché i dati sono ancora pochi, i rischi di effetti collaterali
gravi associati al vaccino inaccettabili, essendo una popolazione a bassissimo rischio di malattia da
Sars/Cov2. Magari tra qualche mese, per i bambini, la dose di vaccino da somministrare sarà messa
in relazione al peso corporeo, come si fa da sempre per il più banale antibiotico, riducendone gli
effetti collaterali e non l’efficacia.
Fascia età 7-11
E’ notizia recente che Pfizer/Biontech abbiano chiesto l’autorizzazione per estendere la somministrazione del loro vaccino anti Sars/Cov2 anche alla fascia 7-11 anni. Orbene, non posso non notare che per i 7-11 anni la dose di vaccino da inoculare sia di 0,1 ml, contro gli 0,3 ml dell’unico protocollo fino ad ora previsto dai 110 ai 12 anni. Possibile che per i minori, tale dose – che dovrebbe essere il miglior compromesso tra massima efficacia e minimi effetti collaterali – non debba essere messa in relazione al peso corporeo?C’è un altro aspetto poi che va sottolineato, sempre riferito alla fascia 7-11 anni: per questa
sottopopolazione non è previsto, ad oggi, che venga rilasciato Green Pass Europeo. Quindi, allo stato
attuale, la loro adesione alla vaccinazione o meno non li limiterà nelle attività proprie del loro
quotidiano. Giusto così! Sono vaccini approvati solo in uso in emergenza, per ora. Ma perché non
concederlo, allora, anche al gruppo under 16? Almeno fino a quando non avremmo dati più certi e
robusti? Meritiamo di vivere in un paese più giusto. Se è vero che la risorsa più preziosa di una nazione sono
le nuove generazioni e che per noi italiani il valore della famiglia e la tutela dei nostri figli sono il
bene più prezioso, allora diamo voce alle nostre preoccupazioni; non si tratta di essere pro o contro
la vaccinazione degli under 16, chiariamo bene, ma, in attesa di dati più robusti, di non legarla alle
limitazioni green pass correlate. Ripeto, è alla politica italiana, non alla scienza o all’EMA, che si
chiede di assumere un atteggiamento più prudente e di fare un passo indietro, derogando le
limitazioni imposte dal green pass per gli under 16 e permettendo ai nostri figli di riappropriarsi
serenamente di una delle stagioni più belle della nostra vita.
* cardiochirurgo calabrese