di Sandra Massa* – In onore della Giornata Mondiale dedicata alla Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo, proclamata dalle Nazioni Unite nel 2002, corre l’obbligo morale di riportare il dettato normativo previsto dell’articolo 1 della Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale: “La cultura assume forme diverse nel tempo e nello spazio. Questa diversità viene rappresentata nella unicità e nella pluralità delle identità dei gruppi e delle società che compongono il genere umano. Come fonte di scambio, innovazione e creatività, la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità lo è per la natura”. La diversità culturale è, dunque, valore aggiunto nei rapporti interpersonali, è conoscenza, è sensibilizzazione.
Ed invero, come recita l’articolo 3 della Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale: “ La diversità culturale amplia le possibilità di scelta offerte a ciascuno; è una delle fonti di sviluppo, inteso non soltanto in termini di crescita economica, ma anche come possibilità di accesso ad un’esistenza intellettuale, affettiva”. Se, dunque, per dirla alla Cicerone “Vivere è pensare”, bisogna educare il nostro intelletto, in modo da renderlo libero e amabile. E la diversità culturale è il tripudio del sapere che si connette, confrontandosi e arricchendosi, alla devota ricerca della verità nella realtà. Onore alla diversità, allo scambio culturale; perché l’amore può anche essere cieco, ma il sapere no.