di Stefano Morelli* – Bisogna sempre fare attenzione alle domande retoriche, perché nel formularle, nella loro banalità, appaiono perlopiù scontate. Ma le risposte a queste domande, al contrario, non lo sono quasi mai. Mi chiedevo qualche mese fa: saprà la Calabria accogliere il dono disinteressato di uno dei più grandi interpreti della creativita contemporanea ? Ero sicuro infatti che questa volta la Calabria non avrebbe perso l’occasione di arricchire se stessa e di mostrarsi al mondo con un immagine nuova. Mi sbagliavo. Non è stato così, e ora la Maestà Sofferente che Gaetano Pesce, su mio invito, voleva regalare alla Calabria, è giunta, trovando casa definitiva, a Ferrara, città che per molti anni è stata per me una seconda casa.
Tragicamente solo pochi giorni dopo lo scambio epistolare avviene la sfortunata scomparsa di una donna che in passato avevo criticato aspramente ma che, in quella occasione, sorprendeva per dinamicità e audacia. Dopo la sua morte il silenzio. Un silenzio intollerabile e ingiustificabile da parte delle istituzioni regionali, incapaci di interessarsi di ciò che è disinteressato. Questo silenzio oltraggioso ha fatto perdere slancio al dono e lo ha fatto ritirare.
Ringrazio di cuore Gaetano Pesce per la sua generosità e gli chiedo scusa se si è sentito offeso dal comportamento delle istituzioni della mia terra.
E ringrazio i pochi che ci avevano creduto veramente mettendosi in gioco e non strumentalmente come molti. Antony Vetrano, Simona Cristoforo, che si sono impegnati nella mediazione, e lo staff della defunta presidente e pochi, veramente pochi, altri . Una Calabria diversa è possibile ma forse non oggi.
*Critico d’arte