di Danilo Colacino – L’appuntamento con le urne è sempre molto sentito, soprattutto dai candidati, talvolta persino se si vota per il capo di un’assemblea condominiale. Figuriamoci se in ballo c’è la prestigiosa poltrona di consigliere o addirittura di presidente dell’Ordine degli Avvocati come accadrà a breve a Catanzaro. Solo che, nella circostanza, l’importante tornata sembra aver preso un po’ la mano ai diretti interessati. E già, ma sarà perché c’è aria di grandissima novità dopo oltre un ventennio caratterizzato dalla presidenza Iannello. Un periodo in cui le elezioni sono via via diventate una formalità. Poche infatti le ventate di aria nuova con qualche ingresso occasionale, ma non certo in grado di rompere una sorta di consolidato monopolio. Un equilibrio generale all’interno del consesso pressoché immutabile negli anni. Anzi, nei decenni. Fatto sta, però, che una recente – seppur dalla lunga gestazione parlamentare – normativa ad hoc, peraltro subito portata al vaglio della giurisprudenza di legittimità e persino del cosiddetto giudice delle leggi ovvero di Suprema Corte e Consulta, ha stabilito il limite inderogabile dei due mandati, per giunta sancendo il carattere della retroattività per gli aspiranti consiglieri. Uno stop insormontabile, dunque, per quanti (la stragrande maggioranza, tra l’altro) avevano in animo di ricoprire per l’ennesima volta l’ambita funzione.
L’inutile rinvio delle elezioni, la carica dei 40 circa e la corsa alla successione di Iannello. In attesa di capire se la Corte Costituzionale avesse per così dire stravolto (ci scusiamo per l’impropria definizione che farà storcere la bocca ai qualificatissimi addetti ai lavori di cui parliamo) il dettato della norma, è stato disposto il rinvio del voto da febbraio alla prossima settimana. Un differimento che ha dato alle ‘toghe in corsa’ (41) la possibilità di riunirsi in liste sul modello di quelle formate per le più comuni cariche elettive. Va precisato, tuttavia, che non esiste in alcun modo un’indicazione diretta del presidente, successiva emanazione del Consiglio. Ecco allora che per fare un paragone potremmo dire che il meccanismo per la sua ‘individuazione’ non è quello in vigore per la scelta – diretta – di sindaco o governatore bensì, pur sul piano squisitamente tecnico, è analogo (malgrado alcune differenze non certo trascurabili) al procedimento per la nomina del premier. Questo non vieta, però, di far quantomeno aleggiare i nomi dei più gettonati papabili alla onorevolissima carica.
L’inutile rinvio delle elezioni, la carica dei 40 circa e la corsa alla successione di Iannello. In attesa di capire se la Corte Costituzionale avesse per così dire stravolto (ci scusiamo per l’impropria definizione che farà storcere la bocca ai qualificatissimi addetti ai lavori di cui parliamo) il dettato della norma, è stato disposto il rinvio del voto da febbraio alla prossima settimana. Un differimento che ha dato alle ‘toghe in corsa’ (41) la possibilità di riunirsi in liste sul modello di quelle formate per le più comuni cariche elettive. Va precisato, tuttavia, che non esiste in alcun modo un’indicazione diretta del presidente, successiva emanazione del Consiglio. Ecco allora che per fare un paragone potremmo dire che il meccanismo per la sua ‘individuazione’ non è quello in vigore per la scelta – diretta – di sindaco o governatore bensì, pur sul piano squisitamente tecnico, è analogo (malgrado alcune differenze non certo trascurabili) al procedimento per la nomina del premier. Questo non vieta, però, di far quantomeno aleggiare i nomi dei più gettonati papabili alla onorevolissima carica.
I nomi caldi per la presidenza. Chi, leggendoci, non appartenesse all’ambiente forense potrebbe pensare a una propaganda fatta di manifesti e pubblici avvenimenti propagandistici. Nulla di più lontano dal vero. La campagna ha il tratto raffinato degli incontri di corridoio, delle riunioni negli studi e al massimo delle garbate telefonate di richiesta di consenso. Unica concessione al ‘volgo elettorale’, forse una debolezza delle giovani generazioni di togati, l’uso di Facebook e di qualche altro social media. Un ricorso al mezzo discreto e marginale, tuttavia. Comunque sia, raccogliendo i soliti rumors per la verità propri della politica tout court, i competitor per sostituire il prof Giuseppe Iannello, un’Istituzione ormai, dovrebbero essere in particolare tre insigni penalisti (altra novità) che collimano con gli identikit del giovane Antonello Talerico da un parte e dei suoi più maturati colleghi Nunzio Raimondi e Aldo Casalinuovo dall’altra.
Gli accordi per arrivare alla decisione definitiva. È chiaro, direbbe monsieur Lapalisse, che a seconda di chi avrà la maggioranza nell’organismo formato in virtù delle preferenze espresse dagli aventi diritti al voto potrà guardare con ragionevole fiducia all’incoronazione. È altrettanto vero che, soprattutto in questo frangente, si potrebbe però ragionare su diverse ipotesi di accordo. Discussioni e ragionamenti che l’avvocatura catanzarese farà per pensare al suo futuro