di Gabriella Passariello- Va a processo G. P. , 53 anni di Borgia, imputato per violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia, all’epoca dei fatti 15enne. Il gup del Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia ha accolto la richiesta formulata dal pm Anna Chiara Reale di rinviare a giudizio il 53enne, richiesta alla quale si è associata la parte civile, rappresentata dall’avvocato Isabella Camporato, mentre il legale Arturo Bova aveva invocato per il suo assistito il non luogo a procedere. Il processo nei confronti dell’uomo inizierà il prossimo 22 settembre, davanti ai giudici del Tribunale collegiale. Secondo le ipotesi di accusa, l’adolescente sarebbe stata violentata dal padre più volte, approfittando del fatto che sua moglie e madre della ragazza non era presente in casa. Lui le avrebbe bloccato le mani al petto impedendole qualsiasi possibilità di movimento, costretta a consumare rapporti orali e completi, nonostante il rifiuto della figlia. Un’inchiesta nata dalla denuncia dell’allora adolescente, che ha raccontato alla polizia giudiziaria il dramma vissuto, un incubo ad occhi aperti iniziato il 14 ottobre 2015, giorno in cui lei era rimasta sola col papà, mentre la madre sarebbe dovuta rientrare verso le 19.30, le 20. Troppo tardi, perché intorno alle 17, il 53enne sarebbe entrato nella sua cameretta, chiedendole di guardare un film comico alla tv sdraiati nel letto. L’ avrebbe toccata da sopra i vestiti, spogliata e violentata, penetrandola contro la sua volontà.
“Mamma non sapeva nulla”
“Mamma non sapeva nulla”
La ragazzina ha raccontato alla polizia giudiziaria di essere stata violentata fino al 29 settembre 2016 tre o quattro volte la settimana, “ma non tutte le settimane e sempre quando la madre non c’era perché si trovava a lavoro”. Una verità nascosta alla mamma, per sua stessa ammissione “ non era al corrente dei fatti” con un ulteriore dettaglio esposto agli investigatori: “nessun contraccettivo usato durante i rapporti sessuali, ma non sono rimasta incinta”. Il pm, titolare del fascicolo, preso atto delle denuncia, ha prima iscritto l’imputato nel registro degli indagati, poi ne ha chiesto il rinvio a giudizio ed oggi il gup l’ha mandato a processo.
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