Ospedale al collasso a Cosenza, le soluzioni degli otto candidati a sindaco

In lizza per la scalata a Palazzo dei Bruzi illustrano le proprie idee per tutelare l'incolumità dei cittadini e superare l'emergenza
coronavirus ospedale di cosenza

Sanità cosentina al collasso. Gli otto candidati alla carica di sindaco di Cosenza illustrano le proprie idee per tutelare l’incolumità dei cittadini e superare la fase di stallo per la realizzazione del nuovo Ospedale.

Valerio Formisani

“Possiamo costruire un nuovo ospedale o ristrutturare quello esistente inglobando Inrca, Mariano Santo e tutta la cintura di stabili a vocazione sanitaria disponibili, ma dobbiamo capire – afferma Formisani, di professione medico – che il vero problema non è l’Annunziata. Cosenza vive l’emergenza sanitaria già da prima della pandemia, non a caso registriamo un’impennata e uno sviluppo esponenziale della sanità privata in città. La maggior parte dei soldi delle prestazioni che dovrebbe svolgere il poliambulatorio pubblico scivola nelle tasche dei privati che sono riusciti a garantire i servizi di cui i nostri amministratori regionali, provinciali e comunali non si sono fatti carico. Un sistema che sopravvive anche grazie all’utilizzo incongruo del personale sanitario che non prevede strutture organizzate con numeri precisi in base alle prestazioni da erogare, ma che si alimenta di forme di lavoro che producono il consenso elettorale. Non abbiamo più la rete di consultori familiari e un poliambulatorio che possa far fronte alla richiesta degli utenti, quindi il primo filtro di pazienti che poi si riversano sull’ospedale è inefficace. Dovrebbero esonerare l’ospedale dal fare analisi e prestazioni ambulatoriali, ma non funzionano. Ci si rivolge all’ospedale perché manca la rete territoriale. Le strutture che sopperivano a queste esigenze negli anni sono state chiuse. Di contro sono fiorite strutture private. Il risultato? La gente non si cura perché non ha soldi. Il Covid lo ha dimostrato. Siamo per una sanità pubblica, lo diciamo da anni. E nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo la possibilità di prendere questi soldi, dare una svolta a questo meccanismo. I beni comuni devono essere appannaggio del pubblico, ci deve essere il controllo delle persone su questi servizi, questo è il nostro obiettivo come Cosenza in Comune. Ambulatori di quartiere, case della salute, il potenziamento della prevenzione, la riorganizzazione dei consultori, modi nuovi di fare sanità che vengano incontro alle esigenze della collettività: è quello che dobbiamo costruire. In altre regioni lo fanno, basterebbe copiarle. Solo agendo così avremmo un ospedale civile di Cosenza efficiente. Ovviamente dobbiamo riaprire anche gli altri punti che sono sul territorio provinciale, l’Annunziata non può dare assistenza a un bacino di oltre 700mila abitanti”.

Franz Caruso  

“Vaglio Lise – afferma Franz Caruso – è facilmente raggiungibile anche dalla 107, è vicina all’ingresso autostradale, alla stazione ferroviaria: un punto centrale dove dovrà sorgere il nuovo ospedale. Serve una struttura nuova, moderna e tecnologica, non la ristrutturazione del vecchio nosocomio. Di certo la struttura esistente non sarà smantellata anche perché è sottoposta a vincoli architettonici della Soprintendenza ai beni culturali, ma verrà destinata ad altre attività legate alla sanità con la riqualificazione dell’area circostante. E’ inoltre mia intenzione realizzare a Cosenza il centro di virologia regionale perché con la pandemia abbiamo appreso che il nemico da combattere sono i virus. Con il nuovo distretto della salute, sarà allestito un vero e proprio polo dei servizi e dello sport rendendo gli spazi fruibili, in modo che possano essere vissuti dalla popolazione cosentina, delle aree di socializzazione. Tutto il traffico veloce della statale 107 dovrà essere incanalato in dei tunnel per realizzare tra i palazzi della Provincia, della Carime, dell’Agenzia delle Entrate, della Motorizzazione, della caserma dei carabinieri, un grande piazzale vivibile con verde, panchine, servizi”.

Francesco Civitelli 

“E’ impensabile che una città come Cosenza nel 2021 – dichiara Civitelli – non dia la possibilità ai propri cittadini di curarsi perché non ha un Ospedale efficiente. Finora hanno giocato sulla costruzione del nuovo nosocomio. Un balletto che è servito soltanto a creare confusione e non raggiungere gli obiettivi a scapito dei cosentini che sono costretti a partire per ricevere assistenza medica di qualità”.

Fabio Gallo

“Siamo stati presenti nel momento peggiore della vita dei cittadini di Cosenza. A partire dalla prima ondata di Covid, quando gli altri si sono rintanati in casa – racconta Gallo – noi eravamo ogni giorno in strada e all’Ospedale di Cosenza a dare supporto a cittadini e sanitari disperati. In corsia vedevano pazienti in barella esalare l’ultimo respiro, senza poter fare niente. Eravamo lì anche quando si moriva in fila nelle ambulanze. Abbiamo salito le scale delle Procure (di Cosenza e dell’Antimafia di Catanzaro) per denunciare ciò che accade nella sanità cosentina. Siamo stati pesantemente minacciati. Abbiamo portato all’attenzione della magistratura le motivazioni che rendono il Pronto Soccorso del nosocomio bruzio un inferno, con strutture fatiscenti, personale carente, costretto a turni massacranti e il corpo sanitario ridotto del 50%, esposto a rischi enormi. Come indicato dalla Corte Costituzionale, ad intervenire in Calabria (dove le amministrazioni locali non sono in grado di supportare i commissari) devono essere i ministeri della Salute, dell’Interno e dello Sviluppo economico. Le nostre azioni hanno avuto efficacia. Il commissario dell’Ospedale di Cosenza Giuseppina Panizzoli fu allontanata dal ministero dell’Interno dopo la nostra manifestazione, quando per far cessare la protesta mentì spudoratamente sulle assunzioni dei medici all’Annunziata. In più abbiamo chiesto con forza e ottenuto l’ospedale da campo dell’Esercito per tamponare l’emergenza sanitaria. Il Comune di Cosenza è arrivato sempre almeno un mese dopo”.

Bianca Rende

“Riteniamo sia una grandissima colpa dell’amministrazione Occhiuto aver tentennato rispetto all’ubicazione del nuovo ospedale e non aver preteso con forza l’avvio della cantierizzazione dell’opera. Un’occasione sprecata. L’intera Calabria ha bisogno dell’Ospedale di Cosenza – sostiene Bianca Rende – perché i pazienti che non possiamo assistere noi (già con un hub che serve un bacino di oltre 700mila abitanti) ingolfano gli altri nosocomi. I soldi ci sono, i fondi sono disponibili e vanno reclamati con urgenza. Bisogna costruire un nuovo ospedale, al più presto. Quanto siano indispensabili i 200 posti letto che oggi mancano a Cosenza, lo ha dimostrato l’emergenza Covid. L’incidenza di questa assenza sulle attese in Pronto Soccorso, dove vengono parcheggiati i pazienti, è palese. Serve una struttura moderna, innovativa, tecnologica che migliori l’offerta sanitaria”.

Francesco Caruso

“Abbiamo un’idea chiara sull’ospedale, – sottolinea il candidato a sindaco del centrodestra – la scelta della localizzazione non può prescindere da valutazioni urbanistiche, non vorremmo fra 10 anni piangere scelte sbagliate come è successo per il nostro centro storico. Non vogliamo depauperare l’area sud della città, non vogliamo togliere funzioni, vogliamo rafforzarle perché è un’area che potrebbe degradarsi, potrebbe perdere di centralità. Abbiamo già un progetto concordato con l’ANAS di snodo per il collegamento a sud dell’autostrada. Non è un intervento eccessivamente complesso, c’è solo una galleria da realizzare per bypassare il traffico del centro città e garantire il raggiungimento agevole di via degli Stadi, Castrolibero, Mendicino, Dipignano, Cerisano, le valli del Savuto e del Crati. L’ospedale potrà sorgere, così come era previsto dal nostro progetto urbanistico, sulla collina che discende da contrada Muoio e arriva fino al Mariano Santo creando un complesso anche naturalisticamente accogliente che metta al centro l’umanità. Siamo fermamente convinti che questa sia la strada migliore da percorrere attraverso la riqualificazione della struttura attuale dell’Annunziata. Il tutto in continuità con la scelta del consumo di suolo zero. Quando si offre al cittadino una qualità di vita alta nello spostarsi, nel lavorare, nel godersi il tempo libero si aumenta il valore dell’intero tessuto della città”.

Francesco Pichierri

“Separare la cronicità dalle acuzie penso sia una soluzione. Propongo un tavolo permanente tra Comune e Regione Calabria per realizzare – afferma Franco Pichierri – un ospedale per le acuzie nell’area dell’Università della Calabria dove c’è già un polo tecnologico scientifico (con i prestigiosi corsi di Farmacia, Chimica, Microbiologia) che continuerà a crescere vista la recente istituzione della facoltà di Medicina e Chirurgia. Tutte le attività dell’emergenza/urgenza le trasferirei lì aspirando alla costruzione nel tempo di un vero Policlinico. Ciò ci darebbe la possibilità di ristrutturare e riadattare l’Annunziata, metterla in rete con il Mariano Santo (da trasformare in polo oncologico), l’Inrca (che è l’unico polo geriatrico) per fare l’ospedale della cronicità, degli accertamenti diagnostici, dell’attività ambulatoriale e dell’assistenza agli anziani. È in malafede chi dice che l’Università è a Rende e quindi Cosenza perderebbe la propria centralità. Non è vero, sarebbe sicuramente l’ubicazione ideale invece di costruirlo nell’area indicata dallo studio di fattibilità a Vaglio Lise, vicino a un fiume, in una zona asfittica”.

Francesco De Cicco

“L’ospedale – afferma il candidato sindaco De Cicco – deve rimanere nella città vecchia, non possiamo pensare di rivitalizzare il centro storico togliendo servizi essenziali. Significherebbe dire ai residenti di Cosenza Vecchia: voi siete parte di un’altra città. I finanziamenti devono essere usati per ampliare la struttura esistente e creare una cittadella della salute che arrivi fino al Mariano Santo. È un concetto abbastanza semplice”. (mti)

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