Ospedale silano nel caos, sindaco vieta ferie e impone rientri. I medici: “Non siamo pedine”

"Tutto legittimo qualora si trattasse di vigili urbani o impiegati dell'anagrafe, ma così non è trattandosi di dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale"
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La segreteria del sindacato medici dirigenti dell’Asp di Cosenza Anaao Assomed sul piede di guerra dopo l’ordinanza emanata da Rosaria Succurro sindaco di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza (LEGGI QUI). “Nell’opera di Samuel Beckett Aspettando Godot i due protagonisti (Didi e Gogo) – ricorda il sindacato Anaao Assomed dell’Asp di Cosenza – per lungo tempo aspettano invano l’arrivo del fantomatico Godot che manderà a dire per un suo emissario “oggi non verà, ma verrà domani”. Questa citazione letteraria ritorna utile per dire che stiamo aspettando, da giorni, che il managmenti dell’Asp e l’Ordine dei Medici di Cosenza, prendano posizione sull’ordinanza n. 1954 datata 1 aprile 2022 del sindaco di San Giovanni in Fiore Rosaria Succurro. In tale ordinanza il sindaco di veste di un potere, che la norma non le consente, ordinando il rientro immediato nella Pet 118 di personale (di quale qualifica non sappiamo) trasferito (da chi?) a far data dal 17 marzo 2022. Ordina l’invio nella Pet 118 di San Giovanni in Fiore di 5 medici impegnati nell’emergenza sanitaria “magari in Usca”, decreta il divieto di ferie per il personale della Pet 118 e del Pronto Soccorso ospedaliero, trasferisce in Pronto Soccorso i medici del distretto. Tutto legittimo qualora si trattasse di vigili urbani o impiegati dell’anagrafe, ma così non è trattandosi di dipendenti dell’Asp di Cosenza”.

“Non siamo pedine”

“Non siamo pedine”

“Come Anaao regionale – ribadisce il sindacato – abbiamo già espresso il nostro parere in merito, come Anaao aziendale dell’Asp di Cosenza chiediamo ai nostri Godot (commissario e presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza) di chiarire inequivocabilmente al sindaco che l’organizzazione del lavoro dei medici dipendenti e convenzionati spetta all’Asp. Come medici non possiamo essere in balia di ordinanze sindacali. Siamo dirigenti di un’azienda che si chiama Asp e come tali pretendiamo rispetto. Se non esistono requisiti minimi per tenere in esercizio ospedali, postazioni Pet, ambulatori o quant’altro, il management dell’Asp ne prenda atto, e agisca di conseguenza nella tutela dell’utenza e dei propri dipendenti che non hanno (almeno per quanto riguarda i medici) alcuna intenzione di farsi trattare come pedine comunali e rivendicano il proprio ruolo dirigenziale di dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale”.

Sollecitato intervento del commissario Asp e del presidente dell’Ordine dei Medici Cosenza

“Inutilmente, tra l’altro, questa segreteria aziendale aveva chiesto e sollecitato – afferma il sindacato Anaao Assomed dell’Asp di Cosenza – una riconvocazione da parte dell’Asp per definire un percorso che porti all’applicazione piena del contratto di lavoro vigente, ad un trasparente affidamento degli incarichi, a chiudere la valutazione dell’anno 2020 con corresponsione dell’indennità di risultato, alla distribuzione dei buoni pasto dell’anno 2022, al pagamento dei medici vaccinatori. Ma stiamo ancora aspettando Godot, e poiché non si tratta di un’opera teatrale, ma del nostro lavoro e della nostra vita, con rispetto delle istituzioni, ma con altrettanta fermezza nel difendere i nostri diritti, sollecitiamo una chiara presa di posizione del nostro datore di lavoro e del presidente dell’Ordine sulla vicenda San Giovanni in Fiore e invitiamo il commissario a rispettare quanto stabilito nell’incontro sindacale del 2 marzo 2022”.

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