Era ossessionato dalla gelosia per l’ex moglie e la minacciava continuamente perseguitandola in ogni modo. I poliziotti della Questura di Crotone hanno quindi eseguito un’ordinanza, emessa nei suoi confronti dal Gip presso il Tribunale della città, di applicazione della misura cautelare personale del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. L’ uomo è accusato di atti persecutori nei confronti dell’ex moglie. Le indagini svolte, secondo quanto reso noto, avrebbero permesso di documentare una serie di comportamenti molesti posti in essere dall’indagato fino a quando la vittima non ha deciso di denunciarlo. Non rassegnandosi alla fine della relazione con la donna, aveva continuato a contattarla molestandola con messaggi e chiamate, per poi profferire al suo indirizzo epiteti offensivi, introducendosi infine con le chiavi di casa in suo possesso all’interno dell’appartamento abitato da lei. L’uomo, in diverse circostanze, in sua assenza, si era introdotto a casa della donna danneggiandole indumenti, mobili e sottraendole alcuni oggetti di valore. Aiutato dai suoi genitori, l’uomo ne aveva controllato gli spostamenti, costringendola a modificare le proprie abitudini di vita per poi estendere tali condotte moleste anche gli amici e ai colleghi dell’ex moglie. Ossessionato dalla gelosia, l’uomo ha iniziato a molestare telefonicamente anche gli amici della donna per avere informazioni su di lei e, al loro rifiuto, aveva intrapreso azioni ritorsive anche nei confronti di questi ultimi, concretizzatesi nel danneggiamento delle loro autovetture. Nutrendo il sospetto che la donna avesse instaurato una relazione con un altro uomo, ha diretto poi le sue attenzioni ossessive nei confronti dell’ipotetico rivale in amore, iniziando appostamenti anche al di fuori del suo posto di lavoro e provando a costringerlo a farsi mostrare le sue conversazioni su Whatsapp. Le denunce della donna e gli accertamenti condotti dai poliziotti della Polizia di Stato hanno permesso di fornire un quadro inequivocabile della vicenda alla Procura della Repubblica che si è subito attivata a tutela alla persona offesa.