L'Intervista

Palamara in Calabria: “Il caso Scopelliti? Processo politico. Coincide con i cambiamenti in Procura” (VIDEO)

L'ex presidente di Anm a Roccella con l'ex governatore: "Perché gli ultimi tre procuratori nazionali antimafia sono subito entrati in politica? Cosa c'è dietro?"

Da una parte Luca Palamara, dall’altra Giuseppe Scopelliti. Sul tavolo due libri: “Il sistema” e “Io sono libero”. Due titoli che fusi tra di loro danno lo spunto al tema principale trattato sul lungomare di Roccella Jonica dove l’ex magistrato e l’ex politico si incontrano e si confrontano per la prima volta in un dibattito pubblico: “Io sono libero dal sistema”. Liberi di raccontare le rispettive vicende giudiziarie, i problemi irrisolti della giustizia, i loro punti di vista mai banali, per nulla scontati, con una chiave di lettura a volte inedita. “Nel mio libro – dice Luca Palamara – faccio riferimento ai processi che riguardano Berlusconi, Renzi, Salvini e lì può entrare anche la vicenda Scopelliti”.

Le tre domande di Palamara

Le tre domande di Palamara

L’ex presidente di Anm non parla per sentito dire. Le sue origini sono calabresi, nel distretto giudiziario di Reggio Calabria ha prestato servizio prima di volare a Roma, conosce fatti e retroscena: “Il mondo degli uffici giudiziari della Calabria è un mondo a me prossimo”, precisa. E qui va dritto al punto mettendo in fila i fatti e ricostruendo le vicende di quegli anni quando Scopelliti era all’apice della sua carriera politica, presidente della Regione Calabria, eletto a furor di popolo e astro nascente della destra nazionale. Pupillo di Gianfranco Fini, stimatissimo da Silvio Berlusconi, leader indiscusso della politica regionale, temutissimo dalla sinistra che contro di lui ha quasi sempre perso prendendo autentiche legnate elettorali. “Nel periodo di Scopelliti – racconta Palamara – c’è un passaggio da un procuratore ad un altro. Perché gli ultimi tre procuratori nazionali antimafia sono andati direttamente in politica? Cosa c’è dietro? C’era già una certa predisposizione verso questo o quel partito politico? Due sono andati nel Partito democratico e uno nel Movimento Cinquestelle. Ciò pone il problema di come si sono sviluppate le situazioni”.

Le bombe a Reggio e il caso Scopelliti

E’ il primo sasso lanciato nello stagno da Palamara che analizza nel dettaglio la vicenda Scopelliti sottolineando più volte la fase di passaggio che intorno al 2012 stava vivendo la Procura di Reggio Calabria il cui testimone sarebbe passato da Giuseppe Pignatone a Federico Cafiero De Raho. Il “Sistema” racconta nei dettagli cosa sarebbe successo dietro le quinte del Consiglio superiore della Magistratura con l’ex ministro Minniti che avrebbe spinto per “salvare” De Raho “dirottato” a Reggio con Pignatone promosso a Roma. Nel 2012 Palamara era il potentissimo presidente dell’Associazione nazionale magistrati: “Io ero molto presente sul territorio di Reggio perché nel distretto reggino avevo cominciato la mia carriera da magistrato e mi è sempre stato molto caro”. A colpirlo sono stati due episodi: l’attentato a Salvatore Di Landro (“un magistrato integerrimo ma nessuno pensava potesse rimanere vittima di un attentato mafioso”) e il ritrovamento pochi mesi dopo del bazooka vicino alla sede del Cedir (“rinvenimento ricollegato alla figura di Pignatone”). Palamara ricorda: “In quell’ambito e in quel contesto Giuseppe Scopelliti era ritenuto una figura ‘riconosciuta’ della magistratura non solo inquirente ma anche associata”. Cosa accadde dopo il 2012? “Muta la Procura e mutano gli equilibri”, sostiene l’ex magistrato. “Sicuramente c’è un diverso approccio a quella che è la vicenda Scopelliti. Se si aggiunge anche un mutamento di quello politico è chiaro che poi vanno messe in fila tutte le situazioni per capire e comprendere qualche che c’è stato dopo e come un processo possa assumere un significato politico verso chi ricopre determinate cariche”. (mi.fa.)

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