Pallamano Crotone in lutto, è scomparso Carmine Macrì

Nei giorni scorsi è venuto a mancare Carmine Macrì, indimenticabile primo allenatore nella storia della Pallamano Crotone.

Un “gigante buono” che sul finire degli anni ’70 prese in carico le sorti di questa disciplina occupandosi, con infinita pazienza, dei tanti giovani che iniziarono ad affollare la Palestra Rosmini per la pratica della pallamano. Una disciplina all’epoca ancora sconosciuta ma che, anche grazie al contributo pionieristico offerto da Carmine, nel giro di pochi anni diventerà molto popolare in città, diventando un contenitore di qualità entro il quale far progredire la socializzazione e la crescita per diverse centinaia di giovani praticanti e che, dopo quarantatre anni di storia, ancora oggi esiste e resiste. Carmine Macrì è artefice della squadra che nel campionato di serie D 1979/80 conquista la prima piazza e la conseguente promozione nella serie superiore. Nella stagione successiva il team non ha altrettanta fortuna: le difficoltà legate alla mancanza di una struttura sportiva idonea per la serie C e l’inesperienza del roster a sua disposizione determinano un’amara retrocessione. Tuttavia è proprio in quella stagione che Macrì ha modo di puntare con lungimiranza su alcune giovani promesse come i fratelli Giaquinta, Sulla, Nasta, Colosimo, solo per citarne alcune, che insieme ad altri veterani rappresenteranno i pilastri della lunga e gloriosa tradizione a venire. Dopo un periodo di assenza Macrì torna ad allenare la prima squadra nella stagione 1986/87: per lui ancora una promozione, questa volta in serie B, al termine di un campionato esaltante che il suo team conclude al primo posto nonostante l’agguerrita concorrenza di squadroni come Avellino e Capua. Carmine è poi rimasto per alcuni anni nel gruppo dirigente della squadra, salvo poi defilarsi al termine degli anni ’80 ma senza tuttavia perdere l’interesse per le sorti societarie e, ancor più, per tutti i “pupilli” da lui lanciati durante la sua gestione.

Un “gigante buono” che sul finire degli anni ’70 prese in carico le sorti di questa disciplina occupandosi, con infinita pazienza, dei tanti giovani che iniziarono ad affollare la Palestra Rosmini per la pratica della pallamano. Una disciplina all’epoca ancora sconosciuta ma che, anche grazie al contributo pionieristico offerto da Carmine, nel giro di pochi anni diventerà molto popolare in città, diventando un contenitore di qualità entro il quale far progredire la socializzazione e la crescita per diverse centinaia di giovani praticanti e che, dopo quarantatre anni di storia, ancora oggi esiste e resiste. Carmine Macrì è artefice della squadra che nel campionato di serie D 1979/80 conquista la prima piazza e la conseguente promozione nella serie superiore. Nella stagione successiva il team non ha altrettanta fortuna: le difficoltà legate alla mancanza di una struttura sportiva idonea per la serie C e l’inesperienza del roster a sua disposizione determinano un’amara retrocessione. Tuttavia è proprio in quella stagione che Macrì ha modo di puntare con lungimiranza su alcune giovani promesse come i fratelli Giaquinta, Sulla, Nasta, Colosimo, solo per citarne alcune, che insieme ad altri veterani rappresenteranno i pilastri della lunga e gloriosa tradizione a venire. Dopo un periodo di assenza Macrì torna ad allenare la prima squadra nella stagione 1986/87: per lui ancora una promozione, questa volta in serie B, al termine di un campionato esaltante che il suo team conclude al primo posto nonostante l’agguerrita concorrenza di squadroni come Avellino e Capua. Carmine è poi rimasto per alcuni anni nel gruppo dirigente della squadra, salvo poi defilarsi al termine degli anni ’80 ma senza tuttavia perdere l’interesse per le sorti societarie e, ancor più, per tutti i “pupilli” da lui lanciati durante la sua gestione.

Redazione Calabria 7

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