di Danilo Colacino – Quando incontriamo l’avvocato Paolo Mascaro, nel primo pomeriggio odierno, sta ricevendo una delle innumerevoli telefonate in cui è quotidianamente impegnato per lavoro. Nell’occasione i contatti fervono perché deve rinviare – a venerdì prossimo alle 19 – la manifestazione inizialmente in programma per stasera (un incontro con la cittadinanza lametina e non solo), causa maltempo. Dopo aver spento il cellulare, però, si siede in una delle tante stanze del grande studio legale di cui è titolare e si sottopone alle nostre domande. Senza filtri, né accordi preventivi, com’è del resto nello stile di ‘A microfono aperto…’ e di calabria7.it. È un fiume in piena il sindaco ‘sospeso’ di Lamezia Terme, evidentemente inviperito da una decisione (secondo atto di un iter giuridico lungo e intricato) che senza infingimenti o giri di parole definisce “un’usurpazione, anzi peggio, una sospensione della democrazia perpetrata – sempre a suo parere – ai danni di un’intera comunità”. Un vulnus che secondo lui “non dovrebbe patire alcuna città italiana, da quella di 450 anime a una metropoli, se non in presenza di gravissimi e fondati motivi come – ha chiosato – una reale e comprovata ingerenza della criminalità organizzata. Ragioni nel caso di specie inesistenti”.
redazione calabria 7
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