Papa Francesco in Bahrein: “Il potere si nutre di violenza nel mondo”

Il Pontefice: "Bisogna spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso"
Papa Francesco

Gesù “vede e soffre vedendo ai nostri giorni, in tante parti del mondo, esercizi del potere che si nutrono di sopraffazione e violenza, che cercano di aumentare il proprio spazio restringendo quello degli altri, imponendo il proprio dominio e limitando le libertà fondamentali, opprimendo i deboli”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa celebrata oggi al Bahrein National Stadium del regno  mediorientale.

“Egli chiede ai suoi il coraggio di rischiare in qualcosa che sembra apparentemente perdente. Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico. La semplice reazione umana ci inchioda all'”occhio per occhio, dente per dente”, ma ciò significa farsi giustizia con le stesse armi del male ricevuto”, ha aggiunto.

“Egli chiede ai suoi il coraggio di rischiare in qualcosa che sembra apparentemente perdente. Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico. La semplice reazione umana ci inchioda all'”occhio per occhio, dente per dente”, ma ciò significa farsi giustizia con le stesse armi del male ricevuto”, ha aggiunto.

“Si spezzi il legame della violenza”

“Chi segue il Principe della pace – ha dichiarato il Papa – deve tendere sempre alla pace. E non si può ristabilire la pace se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora piu’ cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro: no, serve “disinnescare”, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso. Nella scena di questo mondo, spesso vediamo che, più si ricerca il potere, più la pace è minacciata”.

“Lo sguardo di Gesù è concreto. Non dice che sarà facile e non propone un amore sentimentale e romantico, come se nelle nostre relazioni umane non esistessero momenti di conflitto e tra i popoli non vi fossero motivi di ostilità. Gesù non è irenico, ma realista: parla esplicitamente di “malvagi” e di “nemici””, ha aggiunto il Pontefice, “Sa che all’interno dei nostri rapporti avviene una quotidiana lotta tra amore e odio; e che anche dentro di noi, ogni giorno, si verifica uno scontro tra la luce e le tenebre, tra tanti propositi e desideri di bene e quella fragilita’ peccaminosa che spesso prende il sopravvento e ci trascina nelle opere del male. Sa pure che sperimentiamo come, nonostante tanti sforzi generosi, non sempre riceviamo il bene che ci aspettiamo e, anzi, talvolta incomprensibilmente subiamo del male”.

“Costruire armonia nella diversità”

“Già amare il prossimo, chi ci è vicino, seppur ragionevole – ha affermato ancora il Pontefice -, è faticoso. In generale, è ciò che una comunità o un popolo cercano di fare per conservare la pace al proprio interno: se si appartiene alla stessa famiglia o alla stessa nazione, se si hanno le stesse idee o gli stessi gusti, se si professa lo stesso credo, è normale cercare di aiutarsi e di volersi bene. Ma che cosa succede se chi e’ lontano si avvicina a noi, se chi è straniero, diverso o di altro credo diventa nostro vicino di casa? Proprio questa terra – ha concluso il Papa – è un’immagine viva di convivialità delle diversità, del nostro mondo sempre piu’ segnato dalla permanente migrazione dei popoli e dal pluralismo di idee, usi e tradizioni”.

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