Parco Romani di Catanzaro. Degrado, abbandono, danni ambientali, economici e sociali.
Se ne torna a parlare dopo anni di silenzio, dopo le testimonianze raccolte e documentate da Articolo 21, trasmissione condotta da Lino Polimeni ed in onda su Calabria Tv in diretta il pomeriggio alle 14.30.
Se ne torna a parlare dopo anni di silenzio, dopo le testimonianze raccolte e documentate da Articolo 21, trasmissione condotta da Lino Polimeni ed in onda su Calabria Tv in diretta il pomeriggio alle 14.30.
Sono stati investiti tra i 24 e i 33 milioni di euro da 180 acquirenti. Per 100 di questi acquirenti oltre al danno pure la beffa di dover pagare l’Imu, che il comune di Catanzaro chiede loro di versare. Anche Luigi Di Maio si era impegnato in prima persona per dare le risposte, ma fino ad oggi, tranne Polimeni, nessuno ne ha affrontato veramente la questione.
Nel racconto di Polimeni restano le testimonianze di Sergio Gaglianese, che detiene attualmente la custodia legale della struttura, e del commercialista Umberto Conforto, che ha svelato molti inquietanti particolari sulla vicenda, come i dieci milioni di euro pubblici previsti per la scala mobile dalla curva del Gas alla stazione di Sala, dirottati per metà ad altre strutture, ma vincolati in realtà ad essere utilizzati per l’infrastruttura mai realizzata (domani alle 14.30 su Articolo 21 un servizio approfondirà la questione e mostrerà il degrado creato da quei soldi pubblici, anziché oggi, a causa del maltempo).
E poi le testimonianze raccontate in diretta dai titolari dei negozi che hanno investito tanti soldi alla fine buttati via. Molti di loro, però, non parlano da anni e non lottano più per avere giustizia. Perché? Cosa hanno da perdere ancora? Interessi politici? Imprenditoriali? Tutte risposte che dovranno arrivare eventualmente dall’azione investigativa della magistratura.
I politici locali stanno in silenzio, anche loro, così come la maggior parte dell’informazione locale. Ecco perché, tra tanta omertà, rimbomba l’intervento in diretta, ieri pomeriggio, del consigliere comunale di Fare per Catanzaro, Fabio Celia (le sue parole nel video in alto). “Mi vergogno da amministratore e da cittadino”. Affermazioni pesantissime e ricche di significato. Fanno riflettere e svelano da un punto di vista istituzionale come a Catanzaro esista un sistema politico senza opposizioni vere. Solo in questo consiglio comunale, racconta Celia, di dieci consiglieri eletti all’opposizione, tra quelli passati in maggioranza e misto, siamo rimasti in quattro. “Siamo tutti complici. Abramo ha governato in questi anni senza la maggioranza politica” – spiega Celia.
Un sistema, insomma, che sembra orientato ad operare nella tutela degli interessi di pochi e mai verso i cittadini. Ed alla fine, a Catanzaro, sembra che i politici non siano a servizio dei catanzaresi, perché ciò che invece pare evidente è che i catanzaresi siano diventati schiavi dei politici e dei poteri forti. Questione di bisogno, questione di voti. E’ così da decenni e così sarà finché non saranno gli stessi catanzaresi ad opporsi ad un sistema, che tutti conoscono, ma che tutti hanno al momento, e lo fanno da anni, deciso di ignorare, o peggio ancora, di alimentare.
Di certo, la questione Parco Romani a Catanzaro, che ha rovinato tante famiglie ed impedito un potenziale sviluppo della città capoluogo di regione, raccoglie responsabilità che ad oggi non sono chiare, ma che chi si è visto distruggere la vita, vuole assolutamente conoscere. (a.m.)
Redazione Calabria 7