Parla la vittima del pestaggio al distributore di benzina nel Vibonese: “Sono viva per miracolo”

Elisabetta ha avuto il coraggio di raccontare tutto ai carabinieri e adesso si rivolge con altrettanto coraggio alle donne che subiscono violenze: "Non abbiate paura di denunciare"

di Mimmo Famularo – “Sono viva per miracolo”. Parla Elisabetta, la giovane donna picchiata a sangue in un distributore di benzina del Vibonese lo scorso 26 settembre. Non è stata una rapina, ma forse un vero e proprio raid punitivo. E’ questa l’ipotesi investigativa immediatamente seguita dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo guidati dal colonnello Bruno Capece sotto il coordinamento della Procura diretta da Camillo Falvo. E fondamentale è stata proprio la testimonianza della vittima, giunta in ospedale con il volto tumefatto e gli occhi insanguinati. “Ho ancora nella testa – dice Elisabetta al microfono di Anna Prete per il programma di Canale 5 ‘Mattino Cinque’ – le brutte immagini dell’aggressione e rivedendo il video è ancora peggio: mi ha picchiata con una rabbia e con una cattiveria impensabile”.

L’esempio di Elisabetta

L’esempio di Elisabetta

La sua testimonianza è doppiamente significativa. Elisabetta ha avuto il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri e adesso si rivolge con altrettanto coraggio alle donne che subiscono violenze di ogni genere. “Non dovete avere paura, dovete denunciare e bisogna farlo sempre, prima che sia troppo tardi. Io ho avuto fiducia nei carabinieri, mi sono affidata a loro, sono stati sempre presenti, mi hanno aiutato a uscire da questo incubo. Denunciate perché io sono viva per miracolo e adesso posso dirlo”.

L’intuizione di Veronica

Al suo fianco sia in tv che nel corso delle indagini un’altra donna. Si chiama Veronica Pastori ed è un tenente in forza al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo dove guida il Norm, il Nucleo operativo radiomobile. Che quanto accaduto la sera del 26 settembre nel distributore di benzina ubicato tra Filandari e Zungri presentasse diverse anomalie, il tenente Pastori lo ha subito intuito. “Non appena abbiamo ricevuto la chiamata al 112 – racconta – abbiamo subito mandato sul posto un equipaggio del Norm della Compagnia di Vibo e io personalmente con un altro equipaggio ho raggiunto l’ospedale di Vibo per parlare con Elisabetta. Già dal primo momento ho potuto notare quanto feroce fosse stata l’aggressione perché la vittima non vedendo bene non è riuscita a fare il riconoscimento fotografico. Ha però avuto il coraggio di affrontare questa battaglia. Non ha avuto paura di denunciare e ci ha aiutato nelle indagini dando indizi preziosi. La sua testimonianza, anche quella di oggi, è un segnale forte”.

I presunti autori del pestaggio davanti al gip

Intanto c’è attesa per l’interrogatorio di garanzia dei due presunti responsabili del pestaggio e della rapina Domenico Pugliese, 25 anni, e Simone Pugliese, 19 anni, entrambi di Zungri, difesi dagli avvocati Gianluca Policaro e Alessio Di Prima. Entrambi sono accusati in concorso tra di loro di rapina, lesioni personali con circostanze aggravanti comuni. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri del nucleo investigativo diretto dal capitano Alessandro Bui, il più giovane dei Pugliese, Simone, sarebbe l’autore della brutale aggressione mentre Domenico avrebbe agito da mandante giungendo su posto con la sua auto, una Fiat Panda, insieme al cugino. Simone Pugliese deve rispondere anche di danneggiamento perché a seguito della rapina, una volta messosi alla guida della 500, avrebbe avuto un incidente schiantandosi con l’auto contro un altro veicolo parcheggiato in piazza De Gasperi a Zungri. Per questo motivo gli viene contestato la guida in stato d’ebbrezza così come accertato nel corso delle indagini che hanno subito portato gli investigatori sulle tracce dei due Pugliese.

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