Parole di Vita, don Gaudioso commenta la XIX domenica del Tempo ordinario (Video)

di don Gaudioso Mercuri

Abbiamo parlato molto dell’importanza di seguire il Signore, di metterlo al primo posto, della preghiera del Padre nostro, di ciò che ci può allontanare da Dio e dal prossimo, come le ricchezze; oggi Gesù ci annuncia che non abbiamo nulla da temere perché al Padre è piaciuto donarci il suo regno. In questo brano del Vangelo, Cristo ci dice di non avere paura, di non lasciarci prendere dall’angoscia: il nostro stato d’animo di sempre deve essere una tranquilla fiducia in Dio, poiché “al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno”. Un padrone parte e af­fida la sua casa ai ser­vi. La vera fortuna di noi servi inaffidabili consiste nel fatto di avere un padrone così, pieno di fiducia verso di noi, che non nutre sospetti, ma riesce a fidarsi, nonostante le nostre infedeltà. Dio ha un cuore di Padre e ti affida la ca­sa, le persone, il mondo.

Abbiamo parlato molto dell’importanza di seguire il Signore, di metterlo al primo posto, della preghiera del Padre nostro, di ciò che ci può allontanare da Dio e dal prossimo, come le ricchezze; oggi Gesù ci annuncia che non abbiamo nulla da temere perché al Padre è piaciuto donarci il suo regno. In questo brano del Vangelo, Cristo ci dice di non avere paura, di non lasciarci prendere dall’angoscia: il nostro stato d’animo di sempre deve essere una tranquilla fiducia in Dio, poiché “al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno”. Un padrone parte e af­fida la sua casa ai ser­vi. La vera fortuna di noi servi inaffidabili consiste nel fatto di avere un padrone così, pieno di fiducia verso di noi, che non nutre sospetti, ma riesce a fidarsi, nonostante le nostre infedeltà. Dio ha un cuore di Padre e ti affida la ca­sa, le persone, il mondo.
Beati quei servi che il padro­ne al suo ritorno troverà an­cora svegli… non è ovvio, non è scontato stare svegli. L’altro grande tema  del Vangelo di oggi è l’invito alla vigilanza. Gesù ci dice: «Siate pronti con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese» (Lc 12,35). Dobbiamo essere vigilanti perché non sappiamo quando il Signore verrà a domandarci conto della nostra vita. Egli, inoltre, afferma: «Nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo» (Lc 12,40) e paragona la sua venuta a quella di un ladro: «Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa» (Lc 12,39). Dio non è il Pa­drone dei padroni, è il servi­tore della vita. Non abbiamo pensato abbastanza a che co­sa significhi avere un Dio no­stro servitore. La fede avanza per sco­perta di tesori, non per dove­ri. La vita cresce non per ob­blighi o divieti, ma per una passione, e la passione nasce da una bellezza. La bellezza di un Dio così fa avanzare la mia fede. La lampada che dobbiamo tenere accesa è quella della nostra fede, speranza e carità. Semplicemente, dobbiamo vivere sempre nella luce della grazia di Dio. Se la morte ci sorprenderà in peccato mortale, allora la nostra anima cadrà all’inferno per tutta l’eternità. Dobbiamo allora alimentare di continuo questa lampada con l’olio della nostra preghiera e delle nostre buone opere.

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