don Gaudioso Mercuri
Il testo del Vangelo di oggi costituisce un forte richiamo alla consapevolezza e alla responsabilità dell’essere cristiani. Il brano è introdotto dalla domanda di un anonimo (“un tale”) che fa riferimento a una questione molto dibattuta nel giudaismo del tempo di Gesù: le condizioni della salvezza; anche in Luca 10,25 e 18,18 viene ripetuta la domanda: “che devo fare per ottenere la vita eterna?”
Il testo del Vangelo di oggi costituisce un forte richiamo alla consapevolezza e alla responsabilità dell’essere cristiani. Il brano è introdotto dalla domanda di un anonimo (“un tale”) che fa riferimento a una questione molto dibattuta nel giudaismo del tempo di Gesù: le condizioni della salvezza; anche in Luca 10,25 e 18,18 viene ripetuta la domanda: “che devo fare per ottenere la vita eterna?”
Ora, al tempo di Gesù i farisei sostenevano che gran parte degli ebrei – anzi per alcuni rabbini tutti quanti – si sarebbero salvati, in forza della loro appartenenza al popolo eletto; nei circoli apocalittici, invece, prevaleva l’opinione opposta: solo pochi eletti osservanti si sarebbero salvati. La domanda fatta al Nazareno verte dunque su questo interrogativo. Ma, come spesso accade nei Vangeli, Egli non risponde direttamente, non soddisfa la curiosità dell’interlocutore, non prende posizione sulla dibattuta questione teologica: si salveranno tutti, o molti, o pochi? Papa Francesco ci sta aiutando a capire cosa bisogna fare per entrare per la porta stretta: dobbiamo decentrarci, uscire dal proprio amore, volere e interesse. Il centro deve divenire Cristo presente in mezzo a noi in coloro che posseggono solo lui. C’è un verbo che Gesù usa che può farci comprendere che cosa significa entrare per la porta stretta: conoscere! Gesù dice a quelli che bussano e vogliono entrare: “non vi conosco.” Forse quel verbo è la chiave per entrare per quella porta stretta. Conoscere significa diventare una sola cosa con la persona che si apre a noi, che ci dischiude la porta del cuore, che ci accetta interamente per quello che siamo, che ci ama infinitamente per farci essere, che ci fa diventare la parte centrale della propria vita attraverso la sua incondizionata misericordia.
Conoscere è darsi perché l’altro possa esistere, possa fare esperienza dell’amore, possa gioire della vita, possa esistere come persona destinata all’unità con gli altri. Questo è quanto Gesù ha fatto con noi: ci ha fatto conoscere il Padre, ci ha raccontato del suo amore per l’umanità, della sua misericordia per i suoi figli, della sua vita offerta attraverso il dono del Figlio e dello Spirito, della sua disponibilità a condividere la sua natura divina, a farci diventare eredi della sua gloria infinita. Gesù si è dichiarato “la porta” che conduce alla vita, che permette di entrare a far parte di quella comunità di persone che hanno accolto la sua voce e lo hanno seguito.