Pasqua: il messaggio di auguri dell’Arcivescovo di Cosenza

L’arcivescovo di Cosenza di Cosenza-Bisignano, mons. Francesco Nolè, ha voluto inviare un messaggio pasquale all’Arcidiocesi per questa Pasqua particolare, partendo da un ringraziamento al personale sanitario e assicurando la preghiera per gli ammalati e per i tanti defunti.

Un pensiero è stato rivolto anche ai carcerati di Cosenza e Paola ma anche a quanti la trascorreranno sul luogo del lavoro “a servizio di tutti e per il bene di tutti”: medici, infermieri e personale delle forze dell’ordine. “Siate orgogliosi di celebrare la risurrezione e la vita – dice il presule – proprio dove più buia è la speranza e dove anche un sorriso fa gioire il cuore di chi soffre!”. A quanti sono “nelle zone rosse” di comuni duramente colpiti dal contagio, monsignor Nolè assicura la particolare vicinanza della Chiesa nella preghiera e nell’affetto: “Sentiteci particolarmente vicini e in comunione con voi, nella preghiera e nell’attesa di giorni nuovi – dice l’Arcivescovo – dove continueremo a festeggiare insieme il ritorno alla vita normale”. E poi fa tre inviti: ai medici e infermieri: “nel giorno di Pasqua fatevi strumenti dell’amore di Dio verso i vostri assistiti; fate un segno di croce sulla fronte di chi è ricoverato negli ospedali o nelle case di cura: sarà per gli ammalati la carezza e l’augurio che i familiari non potranno compiere e la carezza di Dio che si manifesta attraverso la vostra presenza umana e cristiana. Per chi crede sarà un atto di fede, per gli altri sarà un gesto di pietà umana”; ai genitori, e in particolare ai papà: “a pranzo, prima di sedervi a tavola, fate una preghiera e un segno di croce sul cibo e sulla famiglia e ringraziate il Signore per il dono del cibo, promettendo tutti insieme di non “sprecarlo mai più”, per non offendere la paternità di Dio e la dignità di coloro che muoiono per fame! E’ un gesto semplice, ma farà la gioia dei vostri figli e dei vostri bambini, che scopriranno, dietro il volto dei genitori, quello amorevole e benedicente di Dio Provvidenza”; infine, ai sacerdoti, alle case religiose e alle famiglie cristiane: “moltiplicate in questo giorno i gesti di carità e di solidarietà umana… oggi è un giorno speciale e anche un sorriso o una telefonata possono rendere più felice una persona sola o sofferente”.

Un pensiero è stato rivolto anche ai carcerati di Cosenza e Paola ma anche a quanti la trascorreranno sul luogo del lavoro “a servizio di tutti e per il bene di tutti”: medici, infermieri e personale delle forze dell’ordine. “Siate orgogliosi di celebrare la risurrezione e la vita – dice il presule – proprio dove più buia è la speranza e dove anche un sorriso fa gioire il cuore di chi soffre!”. A quanti sono “nelle zone rosse” di comuni duramente colpiti dal contagio, monsignor Nolè assicura la particolare vicinanza della Chiesa nella preghiera e nell’affetto: “Sentiteci particolarmente vicini e in comunione con voi, nella preghiera e nell’attesa di giorni nuovi – dice l’Arcivescovo – dove continueremo a festeggiare insieme il ritorno alla vita normale”. E poi fa tre inviti: ai medici e infermieri: “nel giorno di Pasqua fatevi strumenti dell’amore di Dio verso i vostri assistiti; fate un segno di croce sulla fronte di chi è ricoverato negli ospedali o nelle case di cura: sarà per gli ammalati la carezza e l’augurio che i familiari non potranno compiere e la carezza di Dio che si manifesta attraverso la vostra presenza umana e cristiana. Per chi crede sarà un atto di fede, per gli altri sarà un gesto di pietà umana”; ai genitori, e in particolare ai papà: “a pranzo, prima di sedervi a tavola, fate una preghiera e un segno di croce sul cibo e sulla famiglia e ringraziate il Signore per il dono del cibo, promettendo tutti insieme di non “sprecarlo mai più”, per non offendere la paternità di Dio e la dignità di coloro che muoiono per fame! E’ un gesto semplice, ma farà la gioia dei vostri figli e dei vostri bambini, che scopriranno, dietro il volto dei genitori, quello amorevole e benedicente di Dio Provvidenza”; infine, ai sacerdoti, alle case religiose e alle famiglie cristiane: “moltiplicate in questo giorno i gesti di carità e di solidarietà umana… oggi è un giorno speciale e anche un sorriso o una telefonata possono rendere più felice una persona sola o sofferente”.

Redazione Calabria 7

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