Pasqua nel Vibonese, la Madonna portata da pregiudicati e Gesù dal figlio di un ergastolano

La Pasqua "puzza" ancora di 'ndrangheta. Sulle scrivanie di Gratteri e Falvo i dossier di carabinieri e polizia sui casi di Soriano e Stefanaconi

di Mimmo Famularo – Una storia che si ripete. Come se il passato non abbia insegnato nulla. Santi e Madonne portate a spalle da pluripregiudicati o da parenti di ergastolani. E’ successo ancora una volta nel Vibonese. Nel mirino sono finite le celebrazioni pasquali di Soriano e Stefanaconi. Tutto immortalato da foto e video finiti in dettagliati dossier che carabinieri e polizia hanno inviato alle autorità competenti provvedendo a informare dell’accaduto la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro particolarmente sensibile a questo tipo di rappresentazioni con le quali i clan tendono a esternare la loro forza e il loro predominio territoriale. Il dossier, già sulle scrivanie del procuratore Gratteri ma anche sul tavolo del procuratore di Vibo, Camillo Falvo, mette in imbarazzo il nuovo corso della curia vescovile diretta da monsignor Attilio Nostro oltre alle parrocchie locali chiamate adesso a dare delle spiegazioni sull’accaduto.

I “pluripregiudicati” portantini della Madonna a Soriano

I “pluripregiudicati” portantini della Madonna a Soriano

In base a quanto emerso dai filmati al vaglio degli inquirenti, a Soriano Calabro la statua della Madonna sarebbe stata portata a spalla nelle funzioni religiose del venerdì santo e della domenica di Pasqua da quattro “pluripregiudicati” ritenuti dagli inquirenti vicini agli ambienti della criminalità. Uno in particolare è considerato addirittura il reggente del clan Emanuele, ovvero il ‘locale’ di ‘ndrangheta di Ariola e Gerocarne. Nonostante ciò nessuno “commissariamento” e nessuna interruzione come avvenuto in passato in altri centri della provincia di Vibo Valentia dove episodi analoghi avevano indignato l’opinione pubblica. Tutto si è svolto regolarmente in barba al protocollo d’intesa stipulato negli anni scorsi tra la Prefettura di Vibo e la Diocesi. E’ evidente che qualcosa non è andato per il verso giusto visto che le liste dei portantini vengono consegnate per tempo all’Ufficio territoriale di Governo per poi essere vagliate dalle forze dell’ordine. Il sospetto è che i quattro “personaggi” identificati si siano “imbucati” successivamente. Su questo punto sono in corso gli accertamenti degli inquirenti determinati a fare piena luce su un episodio certamente da non sottovalutare.

Il figlio dell’ergastolano e il Cristo Risorto

Da Soriano a Stefanaconi il passo è breve e anche nel piccolo centro ai piedi di Vibo Valentia, teatro di una cruenta e sanguinosa faida, l’Affruntata di Pasqua si è macchiata di giallo. Tra i portantini del Cristo Risorto è stato segnalato il figlio minorenne di uno dei Patania, il cui padre è già stato condannato all’ergastolo. Nessuna omonimia. Si tratta della stessa famiglia di ‘ndrangheta che per anni ha avuto l’egemonia sul territorio prima che la spada di Damocle della giustizia decapitasse boss e gregari con pene esemplari arrivate all’epilogo di un paio di processi istruiti, tra l’altro, dall’attuale procuratore di Vibo Camillo Falvo che nelle vesti di sostituto procuratore della Dda di Catanzaro ha inferto i colpi più duri ai clan vibonesi, non solo quelli di Stefanaconi. Anche in questo caso sono in corso accertamenti per capire cosa è accaduto e vagliare le responsabilità di chi doveva controllare per evitare nuovi imbarazzi e scomode “infiltrazioni” che riportano l’orologio del tempo indietro di un paio di anni.

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