“Un sofisticato sistema di autoriciclaggio compiuto con straordinaria disinvoltura e assoluta pervicacia dell’indagato il quale ricorre continuamente alla costituzione di nuovi assetti societari, diversamente, all’acquisizione del controllo di numerose società attraverso cui assicurarsi ingenti profitti avvalendosi degli indebiti profitti conseguiti con la sistematica omissione di versamenti di imposte dovute”. Lo scrive il gip di Roma, Annalisa Marzano, nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per il patron della Reggina, Luca Gallo, e il sequestro di beni per oltre 11 milioni di euro.
Le accuse al patron della Reggina
Le accuse al patron della Reggina
Gallo è accusato dai pm di Roma di autoriciclaggio e omesso versamento delle imposte. In particolare, dagli accertamenti della Guardia di Finanza, emerge il “sistematico ‘reimpiego’ di cospicue somme provento dell’omesso versamento dell’Iva per acquisire il controllo e la gestione” della Reggina, che “non è oggetto della misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria”.
Gallo agli arresti domiciliari
Gallo, è finito ai domiciliari che sono considerati “necessari” per porre “fine alla catena ininterrotta di illeciti volti al conseguimento rapido ed efficace di ingenti profitti in danno dello Stato”. Un modus operandi, quello dell’imprenditore, scrive il gip Marzano, “destinato unicamente al conseguimento di ingenti profitti mediante il ricorso alla commissione di una serie indiscriminata di delitti finalizzati a evadere le imposte”.
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