Un primario, alcuni rappresentanti di ditte per l’acquisto di apparecchiature mediche, un patto corruttivo consumato a spese dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, all’interno del reparto di Ginecologia e Ostetricia e professionisti pronti ad evadere le tasse. Un accordo truffaldino che avrebbe consentito all’ex direttore pro tempore Fulvio Zullo, di sponsorizzare la “Blu net srl”, società riferibile di fatto al camice bianco, direttore scientifico fino al 2016. Con le accuse a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e truffa, la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di otto imputati. Si tratta di Fulvio Zullo, di Napoli; Francesco Chianello, di Cosenza; Nicola Petrelli, di Catanzaro; Roberto Stella, di Cosenza. E ancora di Regina Elena Piazza, residente ad Aversa; Paolo Bertoldi, di Napoli; Elvezio Mancuso, di Cicala e Fabio Caldarelli, di Napoli, nei confronti dei quali si ipotizzano, invece, reati tributari.
L’acquisto di macchinari per sponsorizzare la società del medico
L’acquisto di macchinari per sponsorizzare la società del medico
Zullo, direttore pro tempore dell’Unità operativa di Ginecologia e ostetricia Universitaria all’Azienda sanitaria Pugliese-Ciaccio, come tale pubblico ufficiale in servizio, in concorso con Francesco Chianello, titolare della ditta D. I. New Hospital, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe compiuto atti contrari ai doveri di ufficio, assicurando all’imprenditore, la fornitura di apparecchiature e strumentari chirurgici al reparto che dirigeva, in cambio di denaro riferibile a sponsorizzazioni rivolte alla Blu Net srl, società di fatto riconducibile a Zullo, “quale segreteria organizzativa della scuola permanente di Endoscopia ginecologica” di cui è risultato direttore scientifico sino al 2016. Un accordo corruttivo in base al quale il medico avrebbe segnalato la necessità di acquisto di materiali, di un resettore Wolf per un importo di 14.989,90 inducendo in errore l’Azienda ospedaliera, che li aveva erroneamente ritenuti necessari. Acquisti che avrebbero procurato alla ditta di Chianello un ingiusto profitto, consistito nel ricavo della vendita dei prodotti per complessivi 65.263,92 euro euro con pari danno per l’Azienda sanitaria ospedaliera. Reato, secondo l’accusa, estinto per intervenuta prescrizione, ma menzionato nella richiesta di rinvio a giudizio ai fini della contestazione.
Il patto corruttivo
Sempre per raggiungere lo stesso obiettivo, Zullo, avrebbe assicurato a Nicola Petrelli, rappresentante di zona di Catanzaro e Provincia per la Johnson& Johnson spa, la fornitura di apparecchiature e strumentario chirurgico al reparto che dirigeva, in cambio di denaro riferibile a sponsorizzazioni rivolte sempre alla Blu net srl. In particolare il medico, con comunicazione del 2014 rivolta alla Costumer service della Johnson ed indirizzata per conoscenza a Petrelli, avrebbe richiesto il conto visione per tre mesi del macchinario ad alimentazione elettrica Gen 11, facendolo di fatto rientrare nella dotazione dell’Azienda ospedaliera in quanto il macchinario non veniva mai restituito alla ditta concedente. In questo modo l’Azienda ospedaliera Pugliese- Ciaccio è stata costretta ad acquistare 361 forbici coagulanti utilizzabili esclusivamente con quel macchinario in proroga di contratto con la Johonson per una spesa complessiva pari a 288.227,44, euro consentendo che le forniture venissero eseguite dalla Johonson. Entrambi, con artifici e raggiri, avrebbero tratto in errore l’Azienda sanitaria ospedaliera sulla necessità dell’acquisto delle forbici coagulanti utilizzabili esclusivamente con il macchinario Gen 11 ,in realtà mai formalmente acquistato dall’Azienda ospedaliera, procuravano alla ditta Jhonson l’ingiusto profitto consistito nella vendita dello strumentario per una somma complessiva di 288.277,44 euro con pari danno per l’azienda sanitaria.
La truffa all’Azienda ospedaliera
Più o meno lo stesso scenario tra Zullo e Stella, rappresentante della “Stella Tecnomedical srl”: quest’ultimo si assicurava la fornitura di apparecchiature e strumentario chirurgico in cambio di denaro per supportare la Blu Net srl. Zullo con nota del 2016 avrebbe sostenuto la necessità e l’urgenza di provvedere ad interventi di straordinaria manutenzione nell’ambito del reparto da lui diretto, adducendo motivazioni legate ad un presunto aumento dell’utenza in ospedale, all’elevato numero di interventi chirurgici e alle conseguenze che un mancato acquisto avrebbe potuto provocare al servizio pubblico reso al reparto inducendo l’allora responsabile della sala operatoria ad avanzare richiesta di manutenzione straordinaria di materiali della Karl Storz rappresentata dalla Stella Tecnomedica di Cosenza, per un importo complessivo di 120.517,20, euro laddove il fabbisogno annuale medio relativo alle medesime manutenzioni ammontava a 50mila euro. Avrebbe consentito, quindi, che le prestazioni venissero eseguite dalla Stella Tecnomedica, ricevendo in cambio denaro per sostenere la Blu Net sl, per un totale di 6.100 euro. La ditta si sarebbe accaparrata ingiustamente 10.518,20 euro, somma corrispondente al danno subito dall’Azienda Pugliese-Ciaccio.
Fatture per operazioni inesistenti
Secondo le ipotesi di accusa, il commercialista e revisore dei conti Paolo Bertoldi, per consentire alla società Endolap service srl (di cui era legale rappresentante Fabio Caldarelli, cognato di Zullo e socio al 50% lo stesso Bertoldi ) l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, avrebbe emesso a favore della società fino all’1 febbraio 2018, fatture per operazioni inesistenti per un totale complessivo di 44.702,40 euro, (due delle quali, vengono inserite nei capi di imputazioni ai soli fine della contestazione, in quanto il reato è estinto per intervenuta prescrizione), mentre Regina Elena Piazza, di 31.500 euro, “tre delle quali valevoli solo ai fini della contestazione in quanto il reato si è estinto per intervenuta prescrizione”, Elvezio Mancuso, rappresentante legale del Benny hotel per un valore di 18.720 euro, mentre Fabio Caldarelli per evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi delle fatture, avrebbe indicato elementi passivi fittizi per un ammontare di 66.268 euro.
L’udienza preliminare
Nel corso dell’udienza preliminare Petrelli, codifeso dagli avvocati Enzo Ioppoli e Maurizio Bova ha optato per l’abbreviato che verrà discusso il 14 dicembre prossimo, mentre per gli altri 7 imputati, che hanno scelto di proseguire l’ordinaria udienza preliminare, difesi dai legali Brunella Candreva, Amedeo Bianco, Nicola Carratelli, Raffaele De Simone, Andrea Pitari, Massimo Zicarelli, si ritornerà in aula il prossimo 12 ottobre. In quel giorno il gup Gabriella Pede dovrà decidere se accogliere o respingere l’eccezione sollevata da alcuni difensori sull’incompetenza territoriale del giudice di Catanzaro per trasferire gli atti a Napoli.