Paziente Covid ricoverata a Catanzaro in Terapia Intensiva: “Dicevano che era solo ansia”

"Verso il menefreghismo di chi ha visitato i primi giorni di malattia dicendo che non era nulla se non ansia rispondo con l'augurio a essere più responsabili"

“Oggi il virus sembra così lontano, sembra che non ci sia nemmeno più. Tutti a lamentarsi delle restrizioni, – tuona il marito di una donna ricoverata in Terapia Intensiva nell’Ospedale Mater Domini di Germaneto e poi in Malattie Infettive del Pugliese – Ciaccio di Catanzaro – chi perché sono troppe e chi perché non può continuare a svolgere il suo lavoro. La malattia non è distante da noi, non come pensiamo o, perlomeno, pensavo io. Il 12 febbraio mia moglie è risultata positiva al covid, oggi dopo 32 giorni l’ho finalmente riabbracciata dopo un lungo ricovero”.

“Dicevano che aveva solo ansia”

“Dicevano che aveva solo ansia”

“Verso il menefreghismo totale di chi ha visitato mia moglie i primi giorni di malattia – afferma l’uomo – dicendole che non aveva nulla se non ansia rispondo con un augurio a essere più responsabili quando si ha a che fare con la vita di una persona. Ho chiamato chiunque, colleghi, amici, parenti, chiunque per sapere cosa fare con mia moglie. La risposta di tutti, o quasi, è stata: ecco, questo è il numero del dottore Errico, giovane medico dell’Usca. Era mezzanotte, pensai di chiamarlo il giorno seguente. Ecco però che mia moglie di sveglia prestissimo, saranno state le 5:30. Preso dal panico lo chiamo immediatamente. La cosa che più mi ha sorpreso non è stata tanto che mi abbia risposto, ma come ha reagito dopo avergli spiegato tutto, con calma e serenità ha effettuato un controllo telefonico a mia moglie, percependo la gravità della situazione è corso a visitarla la mattina, ricoverandola d’urgenza. Oggi io la abbraccio. Oggi io ho ancora una famiglia. Non finirò mai di dire grazie”.

Immagine di repertorio

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