Proseguono gli incontri con i partiti di maggioranza e la sensazione è che, nonostante l’amministrazione comunale di Reggio stia traballando parecchio in seguito alla sentenza “Miramare”, alla fine un sapiente utilizzo dell’intramontabile manuale Cencelli possa permettere alla coalizione orfana di Giuseppe Falcomatà di andare, in qualche modo, avanti. Con il sindaco sospeso intento a giocare un’altra partita in sede legale la gestione della crisi politica, almeno ufficialmente, è appannaggio del facente funzioni Paolo Brunetti, esponente renziano nominato vicesindaco appena un’ora prima della condanna di Falcomatà e degli altri amministratori di Comune e Città Metropolitana.
L’incontro con la delegazione del Pd
L’incontro con la delegazione del Pd
Ieri c’è stato l’incontro tra Brunetti e la delegazione del Pd composta dal commissario regionale Stefano Graziano e dai due big locali Nicola Irto e Seby Romeo. I dem hanno manifestato solidarietà al sindaco sospeso ma non hanno certo dimenticato di essere stati estromessi dalle sue scelte last minute. Dunque la richiesta del Pd, ufficializzata dopo l’incontro, è di azzerare la Giunta per “ridare stabilità alla città in una fase che vedrà gli enti territoriali protagonisti della epocale partita dei fondi del Pnrr”. Tradotto: nessuno della maggioranza vuole andare ad elezioni in un momento come quello attuale in cui avrebbe gioco facile un centrodestra che, dal canto suo, dopo un paventato scatto d’orgoglio (LEGGI QUI) sembra di nuovo anestetizzato dai tatticismi.
Anche Dp chiede l’azzeramento
Brunetti ora sta incontrando anche le altre forze della maggioranza e oggi è stata la volta dei “Democratici e progressisti” che fanno riferimento all’ex assessore regionale Nino de Gaetano e che si sono associati alla richiesta di azzeramento dell’esecutivo. Intanto la sentenza ha prodotto un interessante dibattito nazionale sulla legge Severino (LEGGI QUI). Nelle scorse ore è infatti emerso che il Pd abbia presentato in Parlamento un testo che propone delle modifiche alla norma e ciò ha attirato verso i dem le critiche di Enrico Costa, deputato di Azione, il movimento di Carlo Calenda a cui per altro appartiene il vicesindaco designato alla guida della Metrocity proprio da Falcomatà, ovvero Carmelo Versace.
Il dibattito sulla Severino
Questa circostanza non ha impedito a Costa di affermare: “Il Pd scopre le distorsioni della legge Severino solo quando a rischio sospensione è un suo sindaco. Insensibili da sempre alla mia battaglia a nome dei tanti Sindaci che si son dovuti dimettere, salvo poi essere assolti, i dem si svegliano dal torpore quando ad essere interessato è un loro compagno di partito. Ho presentato emendamenti e un ordine del giorno lo scorso 23 luglio accolto dal Governo – spiega Costa – per correggere la follia di condanne non definitive per abuso d’ufficio con effetti di decapitazione sulle amministrazioni comunali, ma da quel giorno ancora non si è mosso nulla. Dopo la questione Falcomatà il Pd si accorge del problema. Bene. Pur di risolverlo, accettiamo le loro convenienze anteposte alle convinzioni”.
s. pel.