di Danilo Colacino – Una lotta per bande che vogliono spartirsi il residuo potere rimasto. Sono in molti, fra gli attivisti calabresi del Pd, a pensarla così. Un giudizio severo, forse persino eccessivo, anche se il vulnus che si registra nei quadri dirigenti regionali è palese. La vulgata vorrebbe l’ex segretario Ernesto Magorno in vena di “trattative febbrili” con l’attuale governatore Mario Oliverio (desideroso di ottenere la ricandidatura al vertice della Cittadella, a patto naturalmente di una positiva risoluzione della vicenda giudiziaria in cui è coinvolto da un mesetto circa) al fine di poter avere il via libera per continuare a controllare il partito regionale attraverso un coordinatore a lui gradito o addirittura di sua diretta emanazione. Una mission che starebbe compiendo con l’appoggio di uno dei maggiorenti romani, già componente della squadra di governo a trazione Democrat, Luca Lotti.
La realtà provinciale. Ma non è finita qui, perché scendendo per li rami, per mutuare il Sommo, in provincia di Catanzaro il segretario Gianluca Cuda avrebbe qualche problema, non essendo più in rapporti idilliaci con uno degli azionisti di riferimento: quell’Enzo Bruno che gli passò il testimone al momento di doversi dimettere dalla carica partitica in virtù dell’elezione a presidente dell’ente intermedio. Ma vi è di più: pare anche che un esponente piddino del calibro del componente dell’assemblea di Palazzo Campoanella Tonino Scalzo, che di Cuda fu sponsor, starebbe per allocarsi altrove, avendo già intrapreso il transito verso “altri lidi”. Un proposito che parrebbe essere balenato anche nella mente del vicepresidente del consiglio regionale Enzo Ciconte, oggettivamente non trattato benissimo dalla segreteria di Via Del Nazareno, tuttavia alquanto combattuto sul da farsi. Comunque sia, Cuda allo stato resta saldo al suo posto mentre sulla scena si impongono sempre più figure come quella dell’apprezzato sindaco di Soverato Ernesto Alecci e, anche sul fronte del sospirato woman power, dell’intraprendente e battagliera esponente Alessia Bausone, tanto per citare due nomi che pur a diverso titolo sono ricorrenti.
La realtà provinciale. Ma non è finita qui, perché scendendo per li rami, per mutuare il Sommo, in provincia di Catanzaro il segretario Gianluca Cuda avrebbe qualche problema, non essendo più in rapporti idilliaci con uno degli azionisti di riferimento: quell’Enzo Bruno che gli passò il testimone al momento di doversi dimettere dalla carica partitica in virtù dell’elezione a presidente dell’ente intermedio. Ma vi è di più: pare anche che un esponente piddino del calibro del componente dell’assemblea di Palazzo Campoanella Tonino Scalzo, che di Cuda fu sponsor, starebbe per allocarsi altrove, avendo già intrapreso il transito verso “altri lidi”. Un proposito che parrebbe essere balenato anche nella mente del vicepresidente del consiglio regionale Enzo Ciconte, oggettivamente non trattato benissimo dalla segreteria di Via Del Nazareno, tuttavia alquanto combattuto sul da farsi. Comunque sia, Cuda allo stato resta saldo al suo posto mentre sulla scena si impongono sempre più figure come quella dell’apprezzato sindaco di Soverato Ernesto Alecci e, anche sul fronte del sospirato woman power, dell’intraprendente e battagliera esponente Alessia Bausone, tanto per citare due nomi che pur a diverso titolo sono ricorrenti.
Il quadro cittadino. Asfittica, per così dire, anche la situazione cittadina che preoccupa i rappresentanti locali dopo il voto interno per le convenzioni di circolo attestatosi intorno ad appena 200 “adesioni”. Poco, troppo poco, pure considerando i forfait, dovuti a problemi organizzativi, delle sedi di Lido e Corvo.