Pellet trattato con sostanze tossiche e messo in commercio

abusivismo

Pellet ricavato da legna trattata, con vernici, collanti e sostanze tossiche come fluoro e formaldeide, zolfo e cloro, e non da pura massa legnosa.

Venti tonnellate ne sono state sequestrate dai carabinieri forestali su ordine della procura di Benevento, che ha disposto una serie di perquisizioni domiciliari e in sedi societarie in tutta Italia, iscrivendo due persone nel registro degli indagati sinora. L’indagine parte da un controllo alcuni mesi fa in una rivendita di Atripalda gestita da due commercianti cinesi. Irregolarità sull’etichettatura hanno indotto i carabinieri ad approfondire la provenienza del biocombustibile che era stato fornito da un’azienda di Flumeri con sede legale a Mirabella Eclano, che faceva da distributore per i rivenditori di tutto il Centro Sud. E sono 18 le sedi societarie perquisite dai nuclei investigativi di polizia agro-ambientale e forestale e dei gruppi carabinieri forestali nelle province di Brescia, Bari, Campobasso, Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza.

Venti tonnellate ne sono state sequestrate dai carabinieri forestali su ordine della procura di Benevento, che ha disposto una serie di perquisizioni domiciliari e in sedi societarie in tutta Italia, iscrivendo due persone nel registro degli indagati sinora. L’indagine parte da un controllo alcuni mesi fa in una rivendita di Atripalda gestita da due commercianti cinesi. Irregolarità sull’etichettatura hanno indotto i carabinieri ad approfondire la provenienza del biocombustibile che era stato fornito da un’azienda di Flumeri con sede legale a Mirabella Eclano, che faceva da distributore per i rivenditori di tutto il Centro Sud. E sono 18 le sedi societarie perquisite dai nuclei investigativi di polizia agro-ambientale e forestale e dei gruppi carabinieri forestali nelle province di Brescia, Bari, Campobasso, Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza.

Le due persone indagate devono rispondere di illecita gestione, commercio ed intermediazione di rifiuti pericolosi, adulterazione di sostanze pericolose, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. La merce contaminata veniva importata dall’estero attraverso una società esportatrice di nazionalità egiziana e arrivava in Italia attraverso un’altra società egiziana di trasporto in container via mare, con terminal al porto di Salerno. Le buste di pellet pericoloso venivano rivendute come prodotti di alta qualità, mentre si tratta di rifiuti pericolosi. Il giro di affari complessivo secondo gli inquirenti ammonta a circa due milioni di euro.

Redazione Calabria 7

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