Due verbali, stesso fatto, stessa accusa: rivelazione di segreto d’ufficio. A riempirli il collaboratore di giustizia di Rocca di Neto, Francesco Oliverio, 51 anni, di Belvedere Spinello, provincia di Crotone, detto “il lupo”, in passato esponente di spicco della ‘ndrina “Oliverio-Marrazzo-Ionà”. Il pentito avrebbe accusato due magistrati di primissimo piano che con le loro inchieste hanno inferto colpi durissimi alla ‘ndrangheta. Uno ha lavorato per la Direzione nazionale antimafia e l’altro sarebbe in servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Milano. I verbali di interrogatorio resi dal pentito sono finiti per competenza giurisdizionale al vaglio della Procura di Salerno e a quella di Brescia. Tutto ciò è emerso all’improvviso nel corso dell’udienza di oggi di “Rinascita Scott” quando ha preso la parola l’avvocato Salvatore Staiano chiedendo al Tribunale collegiale di Vibo Valentia presieduto da Brigida Cavasino l’acquisizione dei verbali o, in alternativa, che il collaboratore di giustizia venga risentito nel maxi processo. I giudici si sono riservati di decidere.
L’ultima deposizione di Oliverio a “Rinascita Scott”
L’ultima deposizione di Oliverio a “Rinascita Scott”
La deposizione di Oliverio, affiliato alla ‘ndrangheta già all’età di 16 anni e con il padre ucciso nel 1988, si è conclusa lo scorso 19 marzo. Nel corso della sua testimonianza ha sostenuto che i Mancuso di Limbadi erano intenzionati a formare un Crimine tutto loro per la provincia di Vibo Valentia e si è soffermato poi sulla figura del cugino Sabatino Marrazzo accusato di essere iscritto alla massoneria vibonese e di far parte di un “gruppo riservato! al quale avrebbero aderito gli stessi Mancuso, oltre ai Molè di Reggio Calabria. “Di tale massoneria – aveva aggiunto – so che facevano parte personaggi istituzionali e avvocati, una sorta di corpo riservato che manteneva rapporti pure con i politici”. Lo scorso 29 marzo il collaboratore di giustizia si era invece sottoposto al controesame ed era stato protagonista di un acceso botta e risposta proprio con l’avvocato Salvatore Staiano, uno dei difensori dell’ex parlamentare Giancarlo Pittelli, tra i principali imputati nel maxi processo contro la ‘ndrangheta vibonese. (mi.fa.)