I pm di Salerno dopo aver rinvenuto l’assegno ne hanno chiesto conto al magistrato. Marco Petrini, tratto in arresto e ieri scarcerato, non ha smentito
La Guardia di finanza, durante i sequestri e le perquisizioni, ha rinvenuto l’assegno dal valore di 100mila euro, emesso a nome del magistrato Marco Petrini. Nel corso dell’interrogatorio i pm di Salerno hanno chiesto conto al presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, da ieri scarcerato e indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta Genesi. L’assegno a 5 zeri, datato 20 maggio 2019, trovato a casa di Santoro nella perquisizione domiciliare effettua durante il blitz serviva per ammorbidire il magistrato. Petrini lo riconosce e ne fa riferimento parlando di un episodio specifico che riguarda il processo a carico di Antonio Saraco.
La Guardia di finanza, durante i sequestri e le perquisizioni, ha rinvenuto l’assegno dal valore di 100mila euro, emesso a nome del magistrato Marco Petrini. Nel corso dell’interrogatorio i pm di Salerno hanno chiesto conto al presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, da ieri scarcerato e indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta Genesi. L’assegno a 5 zeri, datato 20 maggio 2019, trovato a casa di Santoro nella perquisizione domiciliare effettua durante il blitz serviva per ammorbidire il magistrato. Petrini lo riconosce e ne fa riferimento parlando di un episodio specifico che riguarda il processo a carico di Antonio Saraco.
Ai pm salernitani racconta di aver ricevuto nella sua casa di Lamezia Terme, Emilio Santoro: “Mi ha esibito un assegno bancario interamente compilato emesso a mio nome. Ero beneficiario dell’importo di centomila euro. Mi disse di aver ricevuto l’assegno dall’avvocato Francesco Saraco, figlio di Saraco Antonio”. Sarebbe stata la garanzia per un suo intervento nel processo di secondo grado allo scopo di arrivare all’assoluzione dell’imputato. Promessa accettata da Petrini con una richiesta: “Dissi al Santoro Mario di trattenere e custodire l’assegno. Ritenevo molto pericoloso per me custodire questo documento decisamente compromettente”.
Sull’assegno c’è infatti la firma e il numero conto corrente di Francesco Saraco.
Il 17 luglio del 2019 però la Corte d’Appello presieduta dal giudice De Franco confermarono le pene erogate in primo grado. Niente assoluzione, quindi. Petrini avrebbe incontrato qualche giorno dopo Santoro che chiedeva chiarimenti sulla vicenda. “Io dissi – ricorda – che la sentenza sarebbe stata annullata e che pertanto il collegio da me presieduto avrebbe assunto la titolarità del giudizio di rinvio come da tabella vigente”. Petrini precisa nel verbale di conoscere i tre magistrati della Corte di Cassazione che prima prestavano le loro funzioni nella Corte d’Appello di Catanzaro ma di non aver mai parlato con nessuno di loro del processo a carico di Antonio Saraco. Leggi anche: Sesso per superare concorso, inchiesta ‘Genesi’: Marco Petrini sospeso
Redazione Calabria 7