Prezzo del petrolio in calo questa mattina sui mercati delle materie prime. Il barile di greggio Wti con consegna ad aprile è scambiato a 97,35 dollari con un calo del 5,49%. Il Brent con consegna a maggio passa di mano a 100,88 dollari con un calo del 5,63%. Con le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo che hanno chiuso ieri in discesa, oggi arriva un segnale di ribasso anche sulla rete carburanti: è Eni che taglia di 5 centesimi i prezzi raccomandati di benzina e diesel.
Il prezzo medio del carburante ancora oltre i 2,20 euro al litro
Il prezzo medio del carburante ancora oltre i 2,20 euro al litro
In attesa di recepire l’intervento, continuano però a salire leggermente a valle dei rialzi della scorsa settimana. Più nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,219 euro/litro (ieri 2,217), con i diversi marchi compresi tra 2,184 e 2,269 euro/litro (no logo 2,191). Il prezzo medio praticato del diesel self cresce a 2,225 euro/litro (ieri 2,220) con le compagnie posizionate tra 2,201 e 2,261 euro/litro (no logo 2,223). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è a 2,328 euro/litro (ieri 2,323) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 2,248 e 2,404 euro/litro (no logo 2,236). La media del diesel servito va a 2,342 euro/litro (ieri 2,333) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 2,283 e 2,405 euro/litro (no logo 2,267).
Cosa guida i prezzi del petrolio?
Il petrolio svolge ancora un ruolo importante nell’economia globale nonostante i continui sforzi per ridurne l’uso e per trovare fonti alternative di energia verde. Come la maggior parte delle materie prime, il motore fondamentale del prezzo del petrolio è l’offerta e la domanda sul mercato. I mercati petroliferi sono composti da speculatori che scommettono sui movimenti dei prezzi e da hedger che limitano il rischio nella produzione o nel consumo di petrolio. L’offerta di petrolio è in qualche modo controllata da un cartello di nazioni produttrici di petrolio chiamato OPEC. La domanda di petrolio è guidata da qualsiasi cosa, dalla benzina per le automobili e i viaggi aerei alla generazione elettrica. Quando la domanda aumenta (o diminuisce l’offerta), il prezzo dovrebbe salire. Quando la domanda diminuisce (o aumenta l’offerta), il prezzo dovrebbe scendere. Sembra semplice? Non proprio. Il prezzo del petrolio come lo conosciamo è effettivamente fissato nel mercato dei futures sul petrolio. Un contratto futures sul petrolio è un accordo vincolante che dà il diritto di acquistare petrolio al barile a un prezzo predefinito in una data futura predefinita. In base a un contratto future, sia l’acquirente che il venditore sono obbligati a adempiere alla loro parte della transazione alla data specificata. L’altro fattore chiave nel determinare i prezzi del petrolio è il sentimento. La semplice convinzione che la domanda di petrolio aumenterà drammaticamente ad un certo punto in futuro può comportare un drammatico aumento dei prezzi del petrolio nel presente, poiché sia gli speculatori che gli hedger accaparrano contratti futures sul petrolio. Ovviamente è vero anche il contrario. La semplice convinzione che la domanda di petrolio diminuirà ad un certo punto in futuro può comportare una drastica diminuzione dei prezzi nel presente poiché i contratti futures sul petrolio vengono venduti (possibilmente venduti anche allo scoperto), il che significa che i prezzi possono dipendere poco più dal mercato psicologia.